Terza presentazione del
libro di poesie di don Raffaele Aprile a Villasmundo.
Questo lavoro, è un cielo pieno di voci, un cielo pieno di visioni.
Così la scrittrice Maria Lucia Riccioli, che ha dialogato
con l’autore, impegnandolo ad interrogarsi, a ripensarsi sul perché ha deciso di scrivere le poesie , sul perché
del suo itinerario vocazionale, sul
perché dell’uso dei social.
Molte le poesie lette
da Maria Riccioli inserite nella ratio di un bel confronto. Ne è venta fuori una storia semplice, ma intensa, di un cammino pastorale quotidiano.
La lettura delle poesie
da parte di Maria Riccioli ha evidenziato la sua grande duttilità nel confrontarsi con l’autore,
quindi niente insufficienza o inadeguatezza.
Don Raffaele non ha
avuto alcuna paura di ripercorrere, insieme alla docente, il suo “interno”, misurandosi
con il suo processo di conversione, con la sua chiamata Mariana, con la sua
infanzia, dove ha sempre bramato di vedere il cielo dalla sua finestra.
Quanto affetto, quanto
amore, quando si entra nella sua anima: quanta gioia e quante lacrime, anche.
Voglio credere alla
sincerità di questi versi stampati nel fondo di ogni pagina, nei quali Don
Raffaele vi stende una narrazione, che
parte da una presa d’atto: l’amore per
Dio, per la Madonna e per la Natura.
Voglio precisare che
il poeta propone una poetica sincera, appunto,
semplice, senza fronzoli e orpelli, andando contro le eleganze dei classicisti.
La “sollecitazione” al lavoro, confessa
l’autore, è venuta da una voglia di fermare l’attimo, una suggestione, una
riflessione …… Ma poi è venuta la necessità di andare più indietro. E siamo
alla sua memoria.
Immagini poetiche e memoria, però, non esauriscono l’insieme. Rimangono per noi
delle domande: “il respiro dell’anima”: sopravviverà al frastuono della città, alla
frenesia di una comunicazione sempre più veloce? Riuscirà l’autore a vincere ed
a sottrarsi ai fragori, agli schiamazzi ed ai tumulti di una società sempre più
complessa? Diventerà la sua poesia più intrigante?
Riuscirà anche a
dominare situazioni scabrose, se ha senso parlare di situazioni scabrose
nell’ambito della produzione artistica.
Don Raffaele si è messo in gioco ed il gioco, insomma, sta
diventando una cosa seria.
Ma “lasciamo la sua
penna all’anima”: è una sfida, una prova che ci proponiamo di seguire.
Articolo di Luigi Majorca,
Foto di Lina Gallo
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