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IL PRECETTO DEI CURSILLISTI
Lunedì 26 marzo 2018 l’Ultreya di Augusta ha celebrato per i
cursillisti, nella chiesa di S. Lucia, il precetto pasquale, cioè l'obbligo
della comunione pasquale e della confessione annuale.
Quando mi è stata comunicata la decisione, ho subito
ripensato al precetto pasquale dei tempi del liceo, una giornata di assenza
giustificata, dove bisognava essere rigorosamente seriosi per una celebrazione
che appariva più formale che sostanziale.
Così, lunedì entrando in chiesa pensavo mestamente a quel
antico contesto, certamente non proprio gioioso.
Appena entrato i cursillisti hanno cominciato ad affluire
alla spicciolata e sono cominciati i primi saluti, per me molto importanti
perché rivedevo tanti amici dopo una settimana.
Dopo un po’ la chiesa si è riempita di tanti cursillisti,
molti dei quali non si vedevano da tempo, e da alcuni rappresentanti del mondo
del lavoro.
La cerimonia mi si presentata subito diversa ed essenziale,
la liturgia veniva seguita da tutti con interesse e con raccoglimento. Poi la
lettura del Vangelo e l’omelia dell’animatore spirituale, don Angelo Saraceno.
Il tema è stato incentrato “sull’animazione
cristiana degli ambienti”, sull’evangelizzazione
da parte di una comunità cristiana in
cammino, “i
cursillos di cristianità”, tema
che ha giustificato la presenza dei rappresentanti del mondo del lavoro per un
abbraccio concreto con un ambiente assai importante, proprio quello del lavoro,
che ha necessità di ritrovare Dio e dove i sursillisti devono non apparire, ma
essere credibili e gioiosi testimoni di Gesù.
La lunga catechesi non mi ha stancato, ne ha stancato gli
altri, anzi è sembrata quasi breve, tanto coinvolgente era l’argomento trattato.
Poi, il rito della comunione.
Infine, prima della benedizione, due ulteriori brevi
interventi, quello dello del segretario generale del CNA, Pippo Gianninoto, e
quello del responsabile dell’ultreya, il fratello Giulio Morello.
A questo punto l’atmosfera si era fatta proprio familiare, aleggiava
sopra di noi “Lo Spirito”, ci si sentiva
quasi ingabbiati nella struttura muraria della chiesa, bisognava sciogliersi
dai lacci e dalle convenzioni. Così é scoppiato, come una bomba, un lunghissimo
applauso liberatorio …,, tanti sorrisi e lunghi abbracci di auguri
di una buona e serena Pasqua.
Un precetto straordinario. Ho lasciato gli amici
ringraziandoli quasi commosso
Luigi Majorca
Luigi Majorca
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