mercoledì 28 marzo 2018

C’ERA CON NOI “LO SPIRITO”

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IL PRECETTO DEI CURSILLISTI


Lunedì 26 marzo 2018 l’Ultreya di Augusta ha celebrato per i cursillisti, nella chiesa di S. Lucia, il precetto pasquale, cioè l'obbligo della comunione pasquale e della confessione annuale.
Quando mi è stata comunicata la decisione, ho subito ripensato al precetto pasquale dei tempi del liceo, una giornata di assenza giustificata, dove bisognava essere rigorosamente seriosi per una celebrazione che appariva più formale che sostanziale.
Così, lunedì entrando in chiesa pensavo mestamente a quel antico contesto, certamente non proprio gioioso.
Appena entrato i cursillisti hanno cominciato ad affluire alla spicciolata e sono cominciati i primi saluti, per me molto importanti perché rivedevo tanti amici dopo una settimana.
Dopo un po’ la chiesa si è riempita di tanti cursillisti, molti dei quali non si vedevano da tempo, e da alcuni rappresentanti del mondo del lavoro.
La cerimonia mi si presentata subito diversa ed essenziale, la liturgia veniva seguita da tutti con interesse e con raccoglimento. Poi la lettura del Vangelo e l’omelia dell’animatore spirituale, don Angelo Saraceno.
Il tema è stato incentrato “sull’animazione cristiana degli ambienti”, sull’evangelizzazione  da parte di una comunità cristiana in cammino, “i cursillos di cristianità”, tema che ha giustificato la presenza dei rappresentanti del mondo del lavoro per un abbraccio concreto con un ambiente assai importante, proprio quello del lavoro, che ha necessità di ritrovare Dio e dove i sursillisti devono non apparire, ma essere credibili e gioiosi testimoni di Gesù. 
La lunga catechesi non mi ha stancato, ne ha stancato gli altri, anzi è sembrata quasi breve, tanto coinvolgente era l’argomento trattato.
Poi, il rito della comunione.
Infine, prima della benedizione, due ulteriori brevi interventi, quello dello del segretario generale del CNA, Pippo Gianninoto, e quello del responsabile dell’ultreya, il fratello Giulio Morello.
A questo punto l’atmosfera si era fatta proprio familiare, aleggiava sopra di noi “Lo Spirito”, ci si sentiva quasi ingabbiati nella struttura muraria della chiesa, bisognava sciogliersi dai lacci e dalle convenzioni. Così é scoppiato, come una bomba, un lunghissimo applauso liberatorio …,, tanti sorrisi e lunghi abbracci di auguri di una buona e serena Pasqua.

Un precetto straordinario. Ho lasciato gli amici ringraziandoli quasi commosso
Luigi Majorca

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