venerdì 23 dicembre 2016

L'OTTAVA DI S.LUCIA

Gli atti di venerazione alla Madonna vanno da quelli più grandi e solenni a quelli più semplici e comuni. Non tutti possono offrire alla Madonna  grandi atti e opere di venerazione, tutti però possono compiere  atti di devozione alla loro portata.

Click to play this Smilebox slideshowGiorno 20 dicembre, giornata tradizionalmente definita dai siracusani come "l'ottava", il simulacro di santa Lucia che torna in processione in cattedrale osserva diverse soste molto sentite dai fedeli, come quella al santuario della Madonna delle Lacrime. 

In questa occasione avviene "l'incontro" tra la santa e Maria attorno al quale si stringe la comunità del tempio Mariano con il suo rettore che tiene un breve discorso alla cittadinanza. 

Tra i portatori della varetta  (in italiano= piccolo fercolo) della Madonna, fatto insolito per un sacerdote, c’è stato don Raffaele Aprile, un cursillista dell’ultima ora, il quale si è sentito davvero portatore di Maria. Per don Raffaele questi momenti sono stati una grazia, un onore, una vocazione ed una missione.

LM

martedì 20 dicembre 2016

IL CONDOMINIO - UN AMBIENTE

Guardando il panorama delle nostre città, ci domandiamo: come vivere da cristiani in un condominio che, spesso, sembra così disumano e disumanizzante. In un grande condominio non ci si conosce, non ci si frequenta e molte volte non ci si saluta neppure.

Click to play this Smilebox slideshowDobbiamo, allora, tener presente che oggi nei condomini noi cristiani non siamo gli unici evangelizzatori, la multiculturità produce altri “profeti” più ascoltati di noi… Allora, c’è ancora spazio per noi cristiani nei condomini ? Cosa possiamo offrire al nostro condominio? Possiamo offrire momenti di incontro, di comunione e di dialogo che aiutino la gente a uscire dal chiuso della propria abitazione, a superare le proprie chiusure egoistiche e la propria indifferenza, possiamo offrire delle occasioni che sappiano trasmettere la “mistica” del vivere insieme, dove ciascuno ha qualcosa di prezioso da dare agli altri. Da qui l’urgenza di una presenza cristiana incisiva e visibile nell’ambiente in cui vive. Prendersi cura del proprio condominio significa volere un Vangelo vissuto fino in fondo che supera dissapori, incomprensioni e genera la gioia.
Luigi Majorca 

domenica 18 dicembre 2016

GLI AUGURI DI NATALE

Anche quest'anno siamo ormai prossimi al S. Natale e alla magia che lo irradia . L'aria che respiriamo in questi giorni, sembra essere diversa: più pulita, più leggera, più salutare per il nostro benessere e per quello di chi ci sta accanto e non solo.
E' il miracolo della solidarietà e della bontà che sono in noi e che, almeno una volta all'anno, vengono allo scoperto e ci portano ad essere più consapevoli del nostro essere cristiani.
E' questo l'augurio che faccio a tutti voi e alle vostre famiglie.
De Colores.

Luigi Majorca

ROBERTO CAMELIA L'ARBITRO CON LA PROTESI

Oggi il disabile può contribuire alla diffusione di informazioni che valorizzano storie di sport di soggetti con difficoltà. Per questo motivo l'avv. Majorca in occasione della conviviale degli auguri del 15 dicembre 2016 ha presentato il curriculum di Roberto Camelia, conosciuto come l'arbitro con la protesi, ammettendolo a socio del Panathlon International, club di Siracusa. Raccontare la sua storia, storia di persona con disabilità che, nonostante le molte difficoltà, è riuscita a praticare e conservare la passione per la box, esercitando l’attività di arbitro federale, unico esempio conosciuto al mondo, diventa esempio per tutti quei soggetti che nella situazione di disabilità hanno paura di esporsi e diventano bersaglio di discriminazione. 
Approfondire la storia di questo atleta, che con la protesi alla gamba sinistra, conseguenza di un suo gesto generoso volto a soccorrere ed a salvare un automobilista uscito fuori strada, fa comprendere come un atleta può superare realmente gli ostacoli, le difficoltà, le paure e i timori di un diversamente abile.  Il socio Majorca, già presidente di questo club, conclude associando Roberto Camelia, il diversamente abile, all’idea di “atleta”, il che significa ritenerlo coraggioso, capace di impegno sociale, rispettoso della persona ed autentico testimonial della disabilità.
Il presidente del Panathlon International, club di Siracusa.

Rodolfo Zappalà

sabato 17 dicembre 2016

UN CORDIALE BENVENUTO A S.E. MONS. PAPPALARDO

Eccellenza,
desidero rivolgerLe un cordiale benvenuto e mi faccio interprete dei sentimenti di cordiale accoglienza di tutti i presenti e di padre Angelo. E’ bello per noi essere qui con Lei: la Sua visita pastorale .... è occasione di crescita, di confronto, di un “prendersi a cuore” per il bene del nostro movimento e per la Chiesa tutta; la Sua scelta di incontrarci ci stimola a fare un cammino insieme.

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L’incontro di oggi ci aiuta a riscoprire la gioia dell’avvento e di credere, e ritrovare ancora forza e l’entusiasmo nel comunicare la Fede nel nostro 51° cursillo Uomini.
Questa visita pastorale é per noi uno stimolo a fare melio ma è anche un rimarcare il nostro senso di responsabilità per bene comunicare ai cd. Lontani il primo annuncio, quello della buona novella.  Il nostro compito (….. omissis) è quello di far nascere straordinari desideri, quelli di conoscere Cristo, che sanno di Bene perchè originati nel Bene e per il bene della nostra diocesi, desideri che ci richiamano a tornare all’essenziale e che fanno dell’essenziale la nostra ragione di vita ……….

Grazie Eccellenza

mercoledì 14 dicembre 2016

I NOSTRI ALBERI DI NATALE

 L'albero di Natale è, con la tradizione del presepe, una delle più diffuse usanze natalizie. Si prepara a partire dall'8 dicembre, (giorno dell'Immacolata Concezione).  “L’albero, inteso come simbolo di vita, era diffuso in tutte le culture, anche prima della nascita del cristianesimo. Il motivo caratteristico, nell’uso cristiano dell’albero di Natale, sta nella contrapposizione simbolica di Adamo ed Eva (raffiguranti l’umanità intera), provati e caduti davanti all’albero dell’Eden, che si ritrovano, con la nascita di Gesù Cristo, davanti all’albero della vita, perdonati e riconciliati”.
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Non importa cosa troviamo sotto l’albero, ma chi troviamo intorno a noi. Agli occhi dei nostri nipotini, affascinati dalle palle colorate, luci, colori, angeli, dolcini e frutta colorata, è un vivere un sogno ad occhi aperti.
Sotto l’albero, poi, giochi, giocattoli e balocchi che tuttavia  ci devono far riflettere e pensare a quei milioni di bambini che non ebbero mai un regalo di Natale, e che per loro ogni giorno è uguale all’altro e non è mai festa. "Se un bimbo resta senza niente, anche uno solo, piccolo e che non si sente piangere, Natale è tutto sbagliato, perché se non riusciamo a trovare il Natale nel nostro cuore, non potremo trovarlo sicuramente sotto un albero".
Luigi Majorca 

venerdì 9 dicembre 2016

I NOSTRI PRESEPI

Nel presepe un’impronta caratterizzante di ciascuno di noi

Click to play this Smilebox slideshow La mostra dei presepi  non è un semplice episodio caro alle  tradizioni cristiane. Qualcuno ha detto che  il presepe «esprime un intenso sentimento religioso e trasmette un messaggio di pace e di fraternità universale»


Il Natale di quest’anno  giunge in un contesto sociale globalizzato difficile e dai risvolti ancora imprevedibili, forse anche  per la violenza rimasta nei nostri pensieri. Il presepe evoca la natività di Gesù che molti di noi hanno ricreato, custodito e pensato. 
Il presepe non lo hanno inventato i teologi, né  segue  il testo delle  Sacre Scritture. Le presenze raffigurate non sono storiche ma atti di fede sommatisi nel tempo, attraverso vecchie e nuove tradizioni o altro (pensate alle  statuette napoletane). Ogni presepe è sempre diverso,  sentiamo il bisogno di reiventarlo con l’intento   di rappresentare la buona novella, la quale assorbe mode e  tendenze che aggiorniamo a seconda dei nostri bisogni ed i nostri sentimenti.   
Il presepe lo facciamo noi perché é nostro il desiderio di ritornare alle radici cristiane, perché  siamo noi che andiamo a cercare una speranza, perché anche noi facciamo parte del nostro presepe senza averlo mai saputo.
Luigi Majorca

giovedì 1 dicembre 2016

IL SILENZIO DI DON RAFFAELE

Non intendo essere un critico delle poesie del mio amico don Raffaele Aprile, ma mi accontento di dire la mia, come qualunque lettore, sulle sue sensibilità ispirate.
C’è il silenzio di Gesù di fronte alle domande pretestuose, o inutili, di chi finge di interrogarlo, c’è il silenzio che Gesù impone a chi vorrebbe parlare di Lui,   c’è anche il silenzio dell’uomo che si interroga, c’è anche il silenzio di don Raffaele. Il suo silenzio é quello che parla se tu lo ascolti, il silenzio che conosce l’amore e lo conduce a  Cristo. Don Raffaele preferisce il silenzio dello sguardo di una mamma (Lo sguardo), l’ebrezza del muoversi delle foglie al mattino (Le foglie), il silenzio della solitudine (Solitudine), i rumori silenziosi della natura che lo circonda (Panorama) il silenzio dei passi del Padre che nel silenzio lo ascolta (Ascolto).
Il silenzio dell’uomo Raffaele è quello che contempla la morte e la rigenerazione dell’anima nel segno del Cristo risorto e si interroga sul mistero delle lacrime di Maria durante le sue preghiere davanti al tabernacolo  del Santuario della Madonnina, in un momento di “attesa” silenziosa, nel silenzioso rifiuto di un mondo globalizzato diventato sempre più urlato e sempre più disumano.

Luigi Majorca