martedì 30 gennaio 2018

AMMIREVOLE IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE DEI FRATELLI DI TARANTO

41° CURSILLO UOMINI per la diocesi di Taranto
Domenica sera, 28 gennaio, si è chiuso il 41° Cursillo uomini della diocesi di Taranto. Preparato con qualche perplessità a causa di in una situazione di difficoltà che si trascina da qualche anno, questo Cursillo si è rivelato uno splendido momento di evangelizzazione grazie all'impegno di un piccolo gruppo di corsisti e di sacerdoti, uno dei quali è tornato a far parte di un’equipe dopo tantissimi anni di lontananza dal Movimento.
Decisamente basso il numero dei nuovi corsisti (sono stati soltanto tre a causa di problemi subentrati all’ultimo minuto che hanno impedito la partecipazione di altrettanti partecipanti) ma questi si sono mostrati motivati e felicissimi di aver vissuto questa esperienza.
Sono apparsi particolarmente significativi e benaugurali alcuni “segni” che fanno ben sperare in rilancio del Movimento. Infatti, oltre al gioioso “ritorno” del sacerdote, che in tempi passati aveva dato un contributo notevolissimo al Movimento, durante lo svolgimento del Corso, in momenti diversi, hanno voluto portare il loro saluto e il loro augurio, anche due arcivescovi della nostra diocesi: l'attuale guida della diocesi di Taranto, Monsignor Filippo Santoro, e l'arcivescovo emerito monsignor Benigno Papa il quale, anche in passato, non aveva mai mancato di dare la sua benedizione ai corsi
A questi segni, si è aggiunto quello di una massiccia presenza di fratelli cursillisti (molti dei quali anche abbastanza anziani) che ormai da tanti anni non si vedevano più.
Entrambi i prelati, la cui presenza è stata molto gradita, hanno espresso il loro apprezzamento e il loro incoraggiamento ad andare avanti ed hanno voluto pregare per qualche minuto insieme all’equipe e ai nuovi corsisti.
La serata della Chiusura è stata caratterizzata da tanta allegria e tanta vivacità tipiche di questi momenti di accoglienza e di fraternità. Molto belle anche le testimonianze dei tre nuovi fratelli che hanno mostrato di aver colto soprattutto il senso di fratellanza e di vera amicizia tipico del nostro movimento.
Auguri ai nuovi fratelli e anche a tutti coloro che decideranno di vivere questa bellissima esperienza che chiamiamo Cursillo!

(articolo di Peppino Grasso)

domenica 28 gennaio 2018

LA VIA DELL'ANNUNCIARE - IL ROLLO LAICO DI EMILIO

Desideriamo pubblicare uno stralcio del bellissimo rollo laico reso, nella scuola responsabili del 25-01-18, dal fratello Emilio che possiamo più significatamente  titolare :”La via dell’annunciare anche nel dolore”.

La via dell’annunciare: È una strada difficile, un percorso tortuoso , una indicazione, che si può scegliere e che non è obbligata.  
Noi cursillisti però sappiamo bene di avere scelto la via dell’evangelizzazione degli ambienti! Quindi: anche la via dell’annunciare, soprattutto con il nostro esempio;
Ma annunziare cosa??. Semplice! Annunziare: che DIO mi Ama, che DIO ci Ama!.
Un Cristianesimo: Umile, disinteressato, lieto e generoso.

Ricordo , nell’ultimo anno e mezzo appena trascorso, quando insieme alla mia cara Franca, andavamo in giro per ospedali  tra indicibili difficoltà e sofferenze, con la speranza di trovare una cura alla rara malattia che l’aveva colpita, c’erano giorni tristi, alcuni un pò meno,  ma sempre,  senza disperazione .
Sempre riuscivamo a pregare, mano nella mano: Signore, sia fatta la tua volontà.
Poi, Dio se l’è portata con sè ed ora prega per me. Vi ho raccontato questo perché nelle varie corsie di ospedali mi accorgevo degli sguardi a volte curiosi, a volte scettici, di infermieri dottori e degenti che ci guardavano in strano modo, non appena ci facevamo il segno della croce e ci mettevamo a pregare. Sono certo che una qualche curiosità è sorta in quelle persone! Ed è quello a cui noi tutti dobbiamo mirare : incuriosire gli ambienti!!
Ancora oggi non mi rendo conto di come ho fatto a comportarmi in una certa maniera in quei giorni difficili, alcuni mi facevano notare, quasi scandalizzati, della mancanza di disperazione e come a volte riuscivo a sorridere entrando insieme al cappellano per dare il SANTISSIMO ai malati nei vari reparti di oncologia o in terapia intensiva e mi veniva spontaneo accarezzare la mano della vecchietta ormai all’estremo delle forze o abbracciare quel giovane a cui era stata diagnosticata una terribile malattia, sapendo che per la mia cara Franca era stata diagnosticata una aspettativa di vita di appena tre mesi. Eppure riuscivo ad essere sereno!! Certo, se non avessi sperimentato quei benedetti tre giorni di cursillo, non so se sarebbe stato lo stesso.
Queste esperienze , l’aiuto di voi  fratelli e soprattutto il SUO aiuto mi fanno, ancor oggi, ben sopportare il dolore ed i momenti di sconforto che a volte mi assalgono.

la via per annunciare CRISTO, non è in salita !! certo nemmeno in discesa ! io credo sia una via retta, quasi piana se noi renderemo la nostra vita , i nostri giorni, i nostri momenti : giusti, normali, senza troppi eccessi con lo sguardo diretto a Quel Dio-Figlio, appeso ad una Croce ma sempre pronto a scendere per risollevarci ogni qual volta cadiamo o ci troviamo in difficoltà.
E quando un giorno una persona mi chiese: ma tu hai mai visto DIO? Mi venne spontaneo dirgli: si! È proprio qui davanti a me ! sei tu , fratello mio ! perché tu sei la Sua immagine e somiglianza ! perché se io amerò te, amerò anche DIO , così come se io amo DIO, amerò anche te.

Decolores ed ultreya sempre . Emilio


venerdì 26 gennaio 2018

LE RICETTE DE “U LOCALE - MARACHESE


MARAKESE

Ingredienti per 4 Persone
400 gr di pasta lunga
1 Kg di pomodoro tondo liscio
300 gr di salciccia di maiale
Sale
Olio extravergine di oliva
Basilico


Preparazione
Pulire e lavare i pomodori
Mantecarli con il basilico, un pizzico
di sale ed un filo di olio fino ad
ottenere una crema rosata.
Estrarre la salciccia dal budello e
Sbriciolarla all’interno di una padella
 Facendola Rosolare con un filo di olio.
Appena la pasta è al dente scolarla e
aggiungerla nella salciccia, saltare il tutto
aggiungendo pian piano la crema rosata
Luigi Majorca

giovedì 25 gennaio 2018

PILLOLE DI FORMAZIONE - EVANGELIZZARE GLI AMBIENTI


1.      PREMESSA
 Si fa il Cursillo essenzialmente per conoscere Cristo e per farlo conoscere agli altri.
1.1         Scopo primario è portare il vangelo negli ambienti -tutti gli ambienti- di ogni giorno.

2.      COSA E' L'EVANGELIZZAZIONE
2  Evangelizzare è portare agli uomini il gioioso annuncio che Dio è Amore!
Evangelizzare non è un indottrinamento, non è una conquista dal di fuori, ma è aiutare a scoprire dentro di sé, nella mente e nel cuore, lo stupore per questa "lieta notizia", che è l'amore di Dio (Mt 13,33).

3.       EVANGELIZZARE GLI AMBIENTI: cosa si intende per ambiente?
3.1               L'ambiente è "l'insieme delle persone, delle idee, dei valori e delle circostanze che concorrono In un determinato luogo e tempo, e che influenzano il modo di essere, di pensare e di agire di tutti".
3.2                Quali ambienti:
            La famiglia è l'ambiente nel quale si nasce, si cresce, si viene formati.
           La scuola: un docente cristiano, che vive in coerenza col Vangelo, può contribuire molto a formare   cristianamente i suoi alunni.
            La culturale che contribuisce a formare la cosiddetta opinione pubblica.
            Il mondo delle comunicazioni sociali.
            Il tempo libero, cioè i luoghi del divertimento, della ricreazione, della vacanza.
             L'ambiente lavorativo: portare dentro questi ambienti la luce
3.3       II Cursillo è nato per rendere "a colori” questo mondo grigio e tenebroso (GS 1-2).

4.                  COME EVANGELIZZARE GLI AMBIENTI
4.1                Evangelizzare gli ambienti significa entrare dentro questo mondo,  per far fermentare in esso il "lievito” del Vangelo (RM 53)
4.2                Occorre una valida testimonianza di vita cristiana (Me 1,15 ss; 16,15; Gv 13,15; Le 39,3; 24,48; Mt 28,18-20; 5,13-16); (EN 41).
4.3                        L'evangelizzatore è un contemplativo in azione (1 Gv 1,1-3).
4.4                        C'è un nesso inscindibile tra pietà, studio e azione.
4.5                        Lo studio per conoscere più a fondo la Parola di Dio e quello che è necessario per conoscere gli ambienti. Lo studio è altresì necessario per conoscere gli ambienti in cui siamo inseriti (1 Pt 3,15)
4.6                        Lo stile dell’postolo deve essere quello di Gesù stesso: nell'incontro con gli uomini chiede e offre ospitalità, chiede e offre accoglienza (Gv 10,9). Gesù nella relazione appare come il luogo dell'incontro dell'uomo con il Padre. Legge l'opera di Dio nella persona, se ne stupisce e conferma la sua fede. Gesù non dona la fede, ma tira fuori ciò che c'è dentro l'uomo, la fede (.
4.7                        La testimonianza è molto più efficace se fatta in gruppo.

Solo la testimonianza di un gruppo risulta efficace ed in grado di modificare gradualmente la mentalità di un ambiente immettervi i valori dell’amicizia, della collaborazione, dell’aiuto reciproco, dell’onestà, della sincerità, della solidarietà.

martedì 23 gennaio 2018

SPERANZA E AMORE

Quella di lunedì 22 gennaio 2018 è stata un'Ultreya del tutto particolare per la piacevole presenza del cursillista Gino Lobefaro proveniente dagli Stati Uniti.
Gino ha raccontato le sue esperienze di corsista e di responsabile, manifestando il suo entusiasmo per aver scoperto "nei tre giorni" "l'amore di Gesù".
Pressante il suo invito alla preghiera, vero medicamento per i nostri mali interiori.


Poi ha presentato il suo libro. "Il mio amico Olegna".
L'impegno letterario narra " La storia di un uomo che ritorna al paese natio, dopo aver trascorso gran parte della sua vita in America, con discreto successo.
Apparentemente solo e sfiduciato, ritrova se stesso, la fede in Dio e la fiducia nell'amore, grazie ad un amabile e misterioso vecchietto locale."
Il libro è curioso, ma intrigante ed anche interessante. Ripercorre i luoghi dell'America dagli anni 50. Umorismo ed autoironia non mancano.Vale la pena leggerlo.

L'ultreya, abbastanza partecipata, ha infine ascoltato con interesse la lettura di alcuni brani del testo che hanno consentito alcune interessanti riflessioni.


Infine la preghiera avanti il Tabernacolo.

sabato 20 gennaio 2018

PERCORSI DI GUARIGIONE DEI MINORI DALL’ABUSO.


Click to play this Smilebox slideshowGuarigione del minore dall'abuso

Mettersi nell’ottica del bambino ferito ed abusato a cui è stato tolto il  diritto di diventare adulto è un problema che necessita di una approfondita analisi e riflessione.
L’Analisi del problema, è quello della sua guarigione.
Al centro convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa ne hanno ampiamente parlato don Fortunato Di Noto e Mariagrazia Figura dell’associazione Meter onlus.
Il processo di guarigione interiore del minore è quasi sempre un processo lungo e complesso, un processo di elaborazione del dolore provocato da una ferita profonda e terribile come quella dell’abuso subito in tenera età.
Terribile è ricordare forze abissali che sovrastano, la follia distruttiva dell’essenza umana: la più perfida e violenta. E’ difficile per il minore affrontare percorsi che sappiano davvero dimorare nell’abisso senza perdersi.  Credo che la questione  sia centrale non solo per noi ma per l’essere umano in quanto tale: come far vivere il minore durante il rapporto di guarigione interiore  affrontato all’interno di un cammino di base che può durare anni. Dobbiamo convenire  che in questa era post-moderna stiamo assistendo alla riformulazione della  figura di umanità, per la quale non è più possibile scindere questa problematica dalla necessità di creare un percorso, un’esperienza concreta di liberazione e di trasformazione interiore.
Allora, c’è la necessità per noi adulti  di coniugare il nostro livello culturale, con lo sforzo di favorire una consapevolezza nei minori abusati  dell’esistenza  di una diversa e  nuova umanità.
Luigi Majorca

venerdì 19 gennaio 2018

PILLOLE DI FORMAZIONE - L’ULTREYA ED IL GRUPPO IN ULTREYA

L’ULTREYA ED IL GRUPPO IN ULTREYA
Ancor oggi molti confondono il "Gruppo Personale" con il "Gruppo in Ultreya". Desideriamo quindi dare un supporto per la maggiore comprensione dei due gruppi e delle loro riunioni.

Il MCC offre degli strumenti di perseveranza nel post-cursillo. Questi sono il Gruppo Personale (di cui abbiamo parlato in un precedente pos) ed il Gruppo in  L’Ultreya.
L’ULTREYA è la riunione della riunione dei Gruppi Personali. E’ importante ricordare che dopo l’esperienza dei tre giorni i nuovi corsisti si inseriscono nell’Ultreya per crescere e ricaricarsi dopo le fatiche della settimana.
L’ULTREYA è una festa, un incontro gioioso nel quale si mettono in comune sia le esperienze positive che i nostri momenti di stanchezza e di sofferenza senza entrare nei particolari. Si suggerisce, per quanto è possibile, di comunicare esperienze positive.
L’ULTREYA non è un incontro di catechesi. Ciascuno va per comunicare i momenti della propria vita.
                                           LO  SCHEMA  DELL’ULTREYA
1.    Riunione dei piccoli gruppi
2.     Momento comunitario
3.     Momento di preghiera davanti al Tabernacolo.
L’incontro in Ultreya comincia con l’accoglienza dei fratelli che hanno formato il proprio Gruppo Personale ed è curata da alcuni responsabili. L’accoglienza deve essere festosa specialmente per mettere a suo agio i nuovi corsisti.

                                    LA  RIUNIONE DEI PICCOLI GRUPPI
Subito dopo ci si riunisce in piccoli gruppi, 3-5 persone, ogni settimana sempre diverse da quelle della propria riunione del G.P. e si condivide con loro quello che si è vissuto con loro nel cammino verso Cristo.
Il Gruppo in Ultreya è un gruppo per la comunità, la FINALITA’ è quella di conoscersi reciprocamente.
I GRUPPI non vengono preventivamente formati, ma ciascuno sceglie due o quattro corsisti ogni settimana diversi per raccontare i risultati dell’azione apostolica del Gruppo Personale, rincuorando coloro che sono stati pigri.
                                                   Lo schema suggerito:
-        - Invocazione allo Spirito Santo
-        - Tre Piedi
    - Momento vicino a Cristo - (colui che fa parte del Gruppo Personale deve raccontare l’azione apostolica propria o quella del Gruppo)
Gli interventi dei fratelli devono essere brevi per dare modo a tutti di potere intervenire.
Questi Gruppi non vanno confusi con quelli della Riunione di Gruppo Personale, sia perché costituiti da persone che variano da settimana in settimana, sia perché il livello di intimità tra i componenti é molto inferiore.
La fine dell’incontro dei Gruppi viene segnalata con la campanella e si passa nella sala riunioni.                                       
                                           MOMENTO COMUNITARIO

Il momento comunitario inizia con l’invocazione dello Spirito Santo ( se non viene fatto nei gruppi).
Subito dopo uno dei fratelli racconta la sua esperienza di vita cristiana (Vivenza) preferibilmente positiva. (Abbiamo consegnato separatamente i molti esempi.)
Dopo di queste iniziano le Risonanze.
Dopo le risonanze il direttore spirituale fa un breve intervento, nel quale raccoglie ed illumina alla luce della Parola di Dio le esperienze che sono state raccontate.
                            
                       MOMENTO DI PREGHIERA DAVANTI AL TABERNACOLO
L’Ultreya si conclude con la preghiera comunitaria davanti al SS.mo Sacramento dell’Eucarestia. Si tratta di un momento molto bello che richiama quelli che si sono vissuti nei tre giorni del cursillo.
Con semplicità e spontaneità i fratelli aprono il loro cuore al Signore, realmente presente nel tabernacolo esponendo i loro motivi di ringraziamento.
Questo è un momento di grande intimità spirituale che deve essere vissuto nella gioia di sentirsi amati dal Signore e credendo fermamente che Gesù è veramente presente nell’Eucarestia.
                                                             CONCLUSIONE
L’ULTRYA è fondamentale perché ci dà una visione d’insieme, ci dà la consapevolezza che esistono altre riunioni di Gruppo Personale che percorrono la nostra strada, sprona tutti coloro che ancora non hanno un Gruppo Personale a cercare di inserirsi in un gruppo che gli è più congeniale.

Luigi Majorca
(Tratto dalle lezioni di metodo del 2016 tenute presso il centro Utopia).

martedì 16 gennaio 2018

LA CATECHESI DI P. SBONA


TEMPO ORDINARIO:
Tempo ordinario: ordinario “di che” ? di “chi”?
 Di noi,che ogni giorno viviamo il tran.. tran.. quotidiano!
L’anno liturgico è scandito in tempi forti e tempi ordinari:  forti: Avvento, Natale, Epifania, Pasqua… ed ordinari: tran tran quotidiano.
Il comandamento primigenio era e rimane: “Ricordati di santificare la festa, la domenica, festa della settimana, celebrando la Messa, il ritorno di Cristo tra noi, ai piedi della croce, morto e … “Risorto”.
“Il Dio Figlio”: Dio da sempre, fattosi uomo da 2018 anni fa, del Quale abbiamo celebrato il compleanno, il Suo “Natale” il mese scorso, ritorna ogni domenica vivo, risuscitato: ogni domenica, non solo per commemorarLo ma per incontrarLo fisicamente in quell’abbraccio (chiamato “Comunione”) cuore a cuore, bocca a bocca!... altro che “preghierina”, altro che solo “rito” …..!
 Domenica: pasqua della settimana.
Altro che tempo ordinario: è festa del ritorno del Risorto che viene per restare con noi nella nostra vita “ordinaria”: di ciascuno di noi: non siamo più soli; Lui è con noi e non ci lascerà mai.

Don Igrazio Sbona


lunedì 15 gennaio 2018

NOVITA'

Cari amiche ed amici cursillisti, vi comunico che nella pagina dedicata agli EVENTI troverete quelli programmati dal Coordinamento azionale.
Tenetevi aggiornati.

domenica 14 gennaio 2018

PILLOLE DI FORMAZIONE : LA RIUNIONE DI GRUPPO



La Rdg é il nucleo del Cursillo, ha una storia di manipolazioni, modifiche, adeguamenti ed incomprensioni, ma nasce ancora prima del Cursillo.Le relazioni umane possono essere negative o positive.



Quelle negative possono essere basate su:
-    l'inibizione, la sottomissione, l'immersione, il dominio, la strumentalizzazione, l'opposizione.

Quelle positive possono essere basate  su: la collaborazione, la coesistenza, il cameratismo, l'amore, l'amicizia.

L'amicizia può essere di coppia, comunitaria o di gruppo. L'amicizia non è aggregazione, non ha un fine, non è fra personaggi, è umana ed evangelica. La verità ci fa amici: credendo nell'uomo, avendo incontrato Cristo, diventando amici vivendo e convivendo l'ideale cristiano. Il Cursillo non inventa ma scopre.
Il Gruppo con chi devi è un gruppo di amici cristiani che vivono nello stesso ambiente e che si riuniscono per condividere e per fare insieme in quell'ambiente (gruppo di formazione biblica, gruppo di coordinamento, Scuola Responsi équipe...); hanno un fine e durano il tempo necessario al fine.
Il Gruppo con chi vuoi è il gruppo con i veri amici. Non è un gruppo per fare qualcosa. Non è una psicoterapia, non passatempo. Il singolo è più importante della totalità. In 2 si è pochi, al massimo si deve essere in 6... più Cristo! Il Gruppo è stabile ma non vincolante. In Gruppo si condivide ciò che si vive (amore verso il prossimo e verso Dio) nel proprio ambiente, in famiglia, nel lavoro. Non si condivide quanto si sa, quanto si fa, quanto si possiede, quanto ci distingue, si danno consigli, ma ascolto e accoglienza. Il corsista può avere un solo gruppo con chi vuoi ed uno o due gruppi con chi devi.
Caratteristiche della RdG sono : La regolarità, la serietà, la sincerità,  la riservatezza.
La RdG dà “forma" all'esercizio del nostro cristianesimo, esercita e perfeziona le virtù cristiane, spinge ad approfondir rendere consapevole il cristianesimo vissuto sinceramente. A fondamento della RdG c'è la duplice spinta della ricerca di Dio e dell'amicizia.

Elemento unificante è l'amicizia di tutti con Cristo, perciò l'amicizia portata a livello soprannaturali. Questo fondamento garantisce la presenza di Cristo nel gruppo, ci fa sentire Chiesa  


                                Schema della RdG:
-    Invocazione allo Spirito Santo
-    Atti di amore verso Dio (preghiera, sacramenti, foglio di servizio, Tabernacolo, S.Messa)
-    Atti di amore verso il prossimo
-    Momento vicino a Cristo
-    Successi
-    Insuccessi
-    Piano apostolico personale
-    Azione di gruppo
-    Preghiera finale
Durata: quanto basta
Difetti della Rdg: mancanza di RdG, cause esterne (voglia di apportare modifiche, malattie, valutazioni esterne...), cause interne (scadimento spirituale, gelosie, non regolarità, richieste, non condrvisione di ciò che si vive...).

giovedì 11 gennaio 2018

DARE SENSO ALLA VITA

IL RIENTRO DEL PRIMO CAMPO BASE SANTA TECLA DI CARLENINI

Alcuni giovani carlentinesi, già campisti, hanno invitato i loro coetanei a scoprire la forza e la gioia dell’incontro con Gesù partecipando al I° Campo Base S. Tecla, svoltosi a Francofonte e conclusosi con il bel rientro nella chiesa della parrocchia Santa Tecla di Carlentini. Sufficientemente condivisa la partecipazione dei fedeli e dei diversi cursillisti intervenuti. Nei tre giorni la forza e la gioia della fede hanno persuaso  i neo campisti a riflettere su quanto sia necessario uscire dall’isolamento, anche mediatico, per condividere il tesoro di credere che Dio è loro amico.

Mons Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta (corsista all'età di 19 anni) avrebbe detto ai giovani al rientro del campo base:”Carissimi Giovani,  …. sarebbe proprio bello se a parlare foste voi,  … per raccontare il vostro modo di vedere la Chiesa; per comunicare le fatiche, le difficoltà e le delusioni; per dire la vostra fede e aiutarci ad entrare nel “pianeta giovani”; per renderci partecipi delle vostre speranze e offrire il vostro contributo di idee, riflessioni e attese alla nostra Comunità ecclesiale.

Click to play this Smilebox slideshowI giovani campisti non si sono, certo, tirati indietro ed hanno reso le loro esperienze spirituali con semplicità e con quella schiettezza che solo loro sanno regalare.

Paolo VI, parlando dei giovani ebbe a dire: “Dall’incontro fra l’essere umano che possiede - per alcuni anni decisivi - la disponibilità della giovinezza, e la Chiesa nella sua permanente giovinezza spirituale, sgorga necessariamente, da una parte e dall’altra, un’intensissima gioia e una promessa di fecondità… riteniamo di possedere tutte le ragioni di confidare - poiché proprio di questo si tratta - nella gioventù cristiana: essa non verrà meno alla Chiesa se, nella Chiesa, vi saranno abbastanza persone mature, capaci di comprenderla, di amarla, di guidarla e di aprirle un avvenire, trasmettendole in tutta fedeltà la Verità che rimane” (Gaudete in Domino, n. 6).


Questi due pensieri possono ben rappresentare una sintesi dello sforzo di due giovani sacerdoti, don Luca Gallina  e don Alfredo Andronico, che hanno parlato ai giovani della gioia di conversare di Cristo, di annunciare la “Buona Novella”, avanzando  la proposta di perseguire un cammino che dia loro “il senso della vita”.
Al rientro i nuovi campisti sono apparsi assai razionali nelle loro testimonianze, lontani da quello stato emotivo che subito svanisce a contatto con la quotidianità e che per tre giorni avevano dimenticato. Buon segno e un  buon augurio perché la fiamma della ritrovata fede non si spenga ma venga alimentata con costanza.

Concludo con  Mons. Russotto:” È importante, carissimi, imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente”.
LuigiMajorca