Spesso penso a don Ignazio Sbona , il sacerdote
che mi è stato per anni “Maestro” di fede. Penso a don Ignazio che mi ha fatto comprendere la bellezza della
fede cristiana. Penso a Don Ignazio, che
per tanti anni ha quotidianamente consacrano il pane e il vino trasformandolo
in corpo e sangue di Cristo, Penso a don Ignazio che pur con i suoi difetti e umanissimi
limiti, si è reso partecipe delle sofferenze di tutti e che ancor oggi alla sua
veneranda età (80 anni compiuti a giugno) apre la chiesa per donare i sacramenti.
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Penso a
don Ignazio che ha festeggiato il mio 25 anniversario di
matrimonio partecipando alla cena condivisa con tutti i fratelli
cursillisti nel1995.
La rinuncia – dover ‘tagliare’ per ‘ripartire’ nella piccola
parrocchia di Fontane Bianche – è anche
la radice della sua identità di apostolo del Regno di Dio.
Ecco allora il secondo e più importante significato del ‘distacco’:
è il segno tangibile e concreto della sua appartenenza al Signore.
La verità è che il prete appartiene’ e non ‘appartiene’ alla
sua gente se non per fede. Se per un
lungo tratto della vita ha avuto come compagna di cammino la
comunità dei Cursillos, sa che non è per sempre perché egli appartiene a
Dio e in Lui conosce, ama e accoglie gli uomini, anche se questi ha volte
lo dimenticano e lo trascurano.
Tuttavia ancor oggi scopre la capacità di rinnovarsi e di
mantenersi, anche se passano gli anni, nella perenne giovinezza di chi
appartiene all’eternità di Dio.
Alle comunità dei cursillos il passaggio di don Ignazio lascia
comunque un segno: è una memoria di bene, a volte è una memoria di fatica
e di sacrificio. Resterà per sempre radicato in lui il ricordo dei tanti che ha incontrato e che con la sua
fede ne ha plasmato inevitabilmente la
vita.
Che il Signore illumini il suo
cammino e gli dia la giusta forza per affrontarlo degnamente!
Luigi Majorca
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