lunedì 9 ottobre 2017

SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN ITINERARIO DI FORMAZIONE



DAL COMMENTO ALLO STATUTO DI P. CASCONE 2001

Parte Seconda
Perché bisogna rispettare le regole

L’impatto iniziale con l’articolato dello Statuto, specie in coloro che non hanno dimestichezza col linguaggio giuridico, potrebbe suscitare una sensazione di “costrizione” o di burocratizzazione. In realtà questa sensazione deve essere superata, con lo sforzo di pensare lo Statuto come uno strumento che ci permette di agire con maggiore chiarezza e sicurezza, evitando di interpretare la spontaneità come spontaneismo e la libertà d’azione come esasperato individualismo, per il quale ognuno si senta autorizzato a fare più o meno quello che vuole, pur continuando ad agire in nome e per conto del Cursillo di cristianità. Un tale atteggiamento non solo non salvaguarderebbe la fedeltà al carisma fondazionale del nostro Movimento, ma lo proietterebbe verso l’anarchia e il caos.
Dobbiamo perciò partire dalla consapevolezza che lo Statuto non porta affatto allo snaturamento del nostro carisma, ma al contrario lo difende da un tale pericolo e ne salvaguarda l’integrità anche per il tempo futuro.
Abbiamo avuto modo di chiedere un parere  al  carissimo Eduardo Bonnin, che abbiamo incontrato a Roma il 21 novembre 1999, in occasione del trentennale della presenza del Movimento nella Diocesi capitolina. Con molto piacere gli abbiamo sentito dichiarare testualmente: “Io penso che questa è una vittoria, perché abbiamo la necessità di istituzionalizzare alcune cose. Non possiamo improvvisare. Credo che attraverso la regolamentazione di alcune cose la nostra azione possa risultare a lungo andare più efficace, a patto però di tenere al di sopra di tutto lo Spirito Santo e di considerare i ‘criteri’ superiori alle ‘norme’. La Gerarchia insegna a noi laici che è importante seguire dei criteri, in modo che le norme non coartino la nostra libertà, ma ci aiutino a vivere meglio la libertà del vangelo (Dal commento allo statuto e regolamento2001, pag.4,5di Nando Rosato e don Mario Cascone)
“Lungi dal mortificare o dallo snaturare il carisma del Cursillo, lo Statuto lo difende e lo preserva da ogni possibile forma di deviazione. Esso costituisce come una sorta di carta d’identità del Movimento, nella quale sono contenuti i principi fondamentali del nostro essere e del nostro agire. Naturalmente l’articolato dello Statuto esprime questi principi con linguaggio giuridico, e quindi in modo scarno e sintetico, con un tono che talvolta potrà suscitare qualche perplessità, specie in chi non è aduso ai termini del diritto canonico. Esso contiene delle formule che devono essere necessariamente presenti in uno Statuto, le quali servono unicamente a difendere e ad alimentare la comunione al nostro interno, chiarendo quali sono le finalità che, con l’aiuto del Signore, ci prefiggiamo di raggiungere e con quali strumenti intendiamo perseguire questi scopi.”
Luigi Majorca


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