E’ questo un invito rivolto a tutti noi per continuare la nostra ricerca e la nostra
riflessione personale sulla difficile evangelizzazione di questo particolare
ambiente in una società post-moderna, dove è più che evidente come il Natale,
per dirla con Papa Francesco, è solo una festa priva di Dio.
Non possiamo prescindere da questo dato,
perché “l’habitat” in cui l’uomo vive non è un accessorio ambientale esterno,
ma è un fattore decisivo per il proprio senso d’identità. Abitare in
una condominio diventa, allora, un modo
di essere come persona. Cambia “l’habitat” e cambiano profondamente le persone:
cambia il loro stile di vita, il loro modo di relazionarsi con il mondo, con
gli altri e perfino con Dio.
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Guardando, allora, il contesto del nostro
condominio, s’impone per tutti noi una domanda fondamentale: come vivere da
cristiani in un ambiente che talvolta sembra così disumano e disumanizzante.
Dobbiamo tener presente che oggi nei
nostri ambienti noi cristiani non siamo gli unici evangelizzatori, i soli a
produrre modelli culturali e a offrire dei paradigmi di vita evangelica.
Allora, “Ultreya”
Luigi Majorca
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