Oggi si dice
che il pensiero umano è unidimensionale
ed è quello della razionalità. Le dimensioni emotive sono quasi scomparse, non
si da più rilievo ai sensi. Allora dovremmo concludere che nel nostro concetto
post-moderno culturale non è più possibile meravigliarsi.
Ma se ci
rassegniamo a questo atteggiamento,
dobbiamo anche accettare una vita più povera di conoscenza e di relazione con
gli altri.
Dobbiamo invece tornare
a meravigliarci.
“Chi non è in grado di provare né stupore, né
sorpresa é come dire che é morto; i suoi occhi sono spenti”
Bisogna
allora ricominciare a guardare il mondo (quello che ci circonda) con occhi vivi
e liberi da condizionamenti, il che equivale a rinnovare il nostro cuore ed
imparare a meravigliarci.
Lo stupore
che genera la meraviglia è uno tra gli atteggiamenti maggiormente capaci di
dinamizzare la vita umana sganciandola dalle secche dell’abitudine. Ciò che
conta è il rendersi conto che la capacità di stupirsi si genera e cresce
attraverso tutte le esperienze della vita come quella di assistere ad una semplice partita di calcetto
a 5 tra squadre di non vedenti.
Luigi Majorca
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