Dopo la pausa estiva, il 18 settembre, l’ultreya di Augusta ha ripreso a riunirsi con
i vecchi e nuovi fratelli. La domanda che ci si è posta è stata:” durante la
sosta l’Ultreya era soddisfatta o inquieta? I fratelli e le sorelle erano
soddisfatti delle loro prestazioni nella casa del Padre come il figlio maggiore
della parabola (Lc 15,29) oppure inquieti come il Pastore che, al momento di
chiudere il recinto delle pecore, ne ha contate solo novantanove (Lc. 15,4) ?
Le molte e significative vivenze raccontare fanno supporre che
la maggioranza dei corsisti ha operato come lievito e sale negli ambienti dove
vivono quotidianamente, nella speranza di suscitare la loro inquietudine apostolica ad alcuni
elementi “scelti” di detti ambienti per farne delle vertebre e
responsabilizzarli alla evangelizzazione del loro proprio ambiente.
Se l’impegno è stato
concreto i frutti si vedranno in seguito.
“Dai
loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai
rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni….. “ (Matt. 7,16-17)
Le vivenze “sulla Grazia e sul sacramento del matrimonio”, gli
echi sul “sacramento dell’unzione degli infermi”, sono stati successivamente
sapientemente sintetizzati da don Angelo Saraceno, sempre presente.
Poi si sono formati i “Gruppi” per darsi una buona ricarica.
Infine, come consuetudine, l’ultreya si è conclusa davanti al
Santissimo.
Luigi Majorca
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