Non intendo essere un
critico delle poesie del mio amico don Raffaele Aprile, ma mi accontento di
dire la mia, come qualunque lettore, sulle sue sensibilità ispirate.
C’è il silenzio di Gesù di fronte alle domande pretestuose, o inutili, di chi finge di
interrogarlo, c’è il silenzio che
Gesù impone a chi
vorrebbe parlare di Lui, c’è anche il silenzio dell’uomo che si interroga, c’è anche il silenzio di don Raffaele. Il suo
silenzio é quello che parla se tu lo ascolti, il silenzio che conosce l’amore e
lo conduce a Cristo. Don Raffaele
preferisce il silenzio dello sguardo di una mamma (Lo sguardo), l’ebrezza del
muoversi delle foglie al mattino (Le foglie), il silenzio della solitudine
(Solitudine), i rumori silenziosi della natura che lo circonda (Panorama) il
silenzio dei passi del Padre che nel silenzio lo ascolta (Ascolto).
Il silenzio dell’uomo Raffaele è quello che contempla la morte e la rigenerazione dell’anima nel segno del
Cristo risorto e si interroga sul mistero delle lacrime di Maria durante le sue
preghiere davanti al tabernacolo del
Santuario della Madonnina, in un momento di “attesa” silenziosa, nel silenzioso rifiuto di
un mondo globalizzato diventato
sempre più urlato e sempre più disumano.
Luigi Majorca
Nessun commento:
Posta un commento