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Il Natale di quest’anno giunge in un contesto sociale globalizzato
difficile e dai risvolti ancora imprevedibili, forse anche per la violenza rimasta nei nostri pensieri.
Il presepe evoca la natività di Gesù che molti di noi hanno ricreato, custodito
e pensato.
Il presepe non lo hanno inventato i
teologi, né segue il testo delle Sacre Scritture. Le presenze raffigurate non
sono storiche ma atti di fede sommatisi nel tempo, attraverso vecchie e nuove
tradizioni o altro (pensate alle
statuette napoletane). Ogni presepe è sempre diverso, sentiamo il bisogno di reiventarlo con
l’intento di rappresentare la buona novella, la quale assorbe
mode e tendenze che aggiorniamo a
seconda dei nostri bisogni ed i nostri sentimenti.
Il presepe lo facciamo noi perché é nostro
il desiderio di ritornare alle radici cristiane, perché siamo noi che andiamo a cercare una speranza,
perché anche noi facciamo parte del nostro presepe senza averlo mai saputo.
Luigi Majorca
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