n.17.
Il padre lo aspettav a!
Lo riconosce
Evidentemente non lo riconosce con gli
occhi ma con il cuore...!
Il figlio torna macilento, lacero,
sofferente ed affamato, di certo scarsamente somigliante al giovane baldanzoso
che si era allontanato dalla casa paterna “per conquistare il mondo”.
Nel
volgere di un attimo il Padre gli restituisce la dignità smarrita!
La
misericordia Divina è nel perdono.
CARTA DEI
DOVERI DEI GENITORI
1)
La scelta della
disciplina sportiva preferita spetta ai miei figli in totale autonomia e senza
condizionamenti da parte mia;
2)
Mio dovere è
verificare che l’attività sportiva sia funzionale alla loro educazione e alla
loro crescita psico-fisica, armonizzando il tempo dello sport con gli impegni
scolastici e con una serena vita familiare;
3)
Eviterò ai miei
figli fino all’età di 14 anni, pesanti attività agonistiche, salvo discipline
formative, privilegiando lo sport ludico e ricreativo;
4)
Li seguirò con
discrezione, con il loro consenso, se servirà ad aiutarli ad avere con lo sport
un rapporto equilibrato;
5)
Non chiederò agli allenatori dei miei figli
nulla che non sia utile alla loro crescita e commisurato ai loro meriti e
potenzialità;
6)
Dirò ai miei figli che per essere bravi
sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni;
7)
Ricorderò loro che anche le sconfitte aiutano
a crescere perché servono per diventare più saggi;
8)
Indicherò loro i valori del Panathlon come
fondamento etico per affrontare una corretta esperienza sportiva;
9)
Al loro ritorno a
casa non chiederò se abbiano vinto o perso ma se si sentano migliori. Né
chiederò quanti gol abbiano segnato o subito o quanti record abbiano battuto,
ma se si siano divertiti;
10 Vorrò specchiarmi nei loro occhi ogni giorno e
ritrovare il mio sorriso giovane.
CONCLUSIONI
n.19. Non si può ora non accettare il fatto che lo “Spirito misericordioso” che caratterizza il rapporto genitori-figli nella parabola èvangelica e che riserva al padre la responsabilità della gestione di tale rapporto, sia alla base del decalogo appena letto,
Si chiude così, a mio avviso, il punto di congiunzione fra la “Misericordia” e 1’ “Etica sportiva” che partendo dalla educazione dei più giovani e dal ruolo importante dei genitori può garantire quei livelli di convivenza civile fra i popoli tanto desiderati da Papa Francesco e dai tanti governanti di buona volontà.
n.19. Non si può ora non accettare il fatto che lo “Spirito misericordioso” che caratterizza il rapporto genitori-figli nella parabola èvangelica e che riserva al padre la responsabilità della gestione di tale rapporto, sia alla base del decalogo appena letto,
Si chiude così, a mio avviso, il punto di congiunzione fra la “Misericordia” e 1’ “Etica sportiva” che partendo dalla educazione dei più giovani e dal ruolo importante dei genitori può garantire quei livelli di convivenza civile fra i popoli tanto desiderati da Papa Francesco e dai tanti governanti di buona volontà.
I gesti di misericordia che hanno pure caratterizzato
questi giochi olimpici e paraolimpici sono il segno della Speranza in un mondo
che si attenga alla condivisione di regole etiche universalmente accettate e
come richiamate nel “manifesto dello
sport educativo e nel “codice di etica sportiva”
CONCLUSIONI
n.20. • Lo sport è chiamato speranza: quando gli atri si
rassegnano, i cristiani non sfuggono dalla responsabilità e quella carità
educativa” che chiama speranza,
• educare alla speranza nello sport significa
proclamare con segni, le opere, i fatti la verità sull’uomo e sulla vita. Oltre
la vita stessa.
•Lo sport deve allenare a vivere la vita valorizzando
le potenzialità educative dell’uomo.
• Il FAIR
PLAY è essenziale per promuovere e sviluppare la partecipazione alle
attività sportive di qualsiasi livello.
• La lealtà nello sport è benefica per l’individuo, le
organizzazioni sportive e per l’intera società nel suo complesso.
• E’ compito di tutti quello di promuovere
responsabilmente il Fair Play a qualsiasi livello nelle attività sportive.
• CHI GIOCA LEALMENTE E’ SEMPRE VINCITORE
MISERICORDIA
E SPORT
n.21. Lo sport e la vita tolgono ma a volte risarciscono. Si cade ma ci si può e ci si deve rialzare. Questo è il messaggio che ha portato Vanderlei Cordeiro De Limacui è spettato l’onore di accendere la fiamma olimpica al Maracana in una meraviglosa notte carioca che profumava g’amore, di vita, di gioia e di speranza.
Alle olimpiadi del 2004 De Lima, maratoneta brasiliano, sta per vincere la medaglia d’oro; è in vantaggio su tutti. al 36° km.. Quando un pazzo, un predicatore irlandese, sbuca dal pubblico e lo atterra. De Lima si rialza ma lo choc gli fa perdere terreno; vincerà l’italiano Baldini e a De Lima resterà, mestamente, il bronzo.
Dodici anni dopo è stato per così dire risarcito. E’ infatti spettato a lui l’accensione del braciere.
L’evento di misericordia olimpica per antonomasia che ricordano tuffi resta comunque quello che coinvolse Jesse Owens e Luz Long alle olimpiadi di Berlino
2036.
n.21. Lo sport e la vita tolgono ma a volte risarciscono. Si cade ma ci si può e ci si deve rialzare. Questo è il messaggio che ha portato Vanderlei Cordeiro De Limacui è spettato l’onore di accendere la fiamma olimpica al Maracana in una meraviglosa notte carioca che profumava g’amore, di vita, di gioia e di speranza.
Alle olimpiadi del 2004 De Lima, maratoneta brasiliano, sta per vincere la medaglia d’oro; è in vantaggio su tutti. al 36° km.. Quando un pazzo, un predicatore irlandese, sbuca dal pubblico e lo atterra. De Lima si rialza ma lo choc gli fa perdere terreno; vincerà l’italiano Baldini e a De Lima resterà, mestamente, il bronzo.
Dodici anni dopo è stato per così dire risarcito. E’ infatti spettato a lui l’accensione del braciere.
L’evento di misericordia olimpica per antonomasia che ricordano tuffi resta comunque quello che coinvolse Jesse Owens e Luz Long alle olimpiadi di Berlino
2036.
FINE
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