LA
“IN-EQUIDAD” DI FRANCESCO
n.10 Negli scritti di Papa Francesco, negli ultimi anni, è apparso, in barba a chi predica la necessità che la Chiesa Cattolica si avvalga sempre di un linguaggio ortodosso, una sorta di neologismo: in-equidad che non trova riscontro nella lingua italiana e non si deve confondere con “iniquità”, equivalente di “ingiustizia” in quanto, alla stessa, Sua Santità ha associato un significato più complesso: “la perdita del concetto di giustizia e la mancanza di rispetto verso gli altri”, sia da parte dei singoli che delle intere comunità.
Il Papa, in pratica, ha ribadito un concetto che, nel
Nuovo Testamento, in contrapposizione con la vecchia legge del “taglione”
(occhio per occhio...), riappacifica l’umanità con Dio
— io sono il
Signore ... non avrai a tro Dio ... - e con se stessa
— “ama il prossimo tuo come te stesso!”. Un assunto che oltre ad avere un valore religioso è certamente di grande spessore etico e morale nel pieno rispetto del principio della reciprocità.
— “ama il prossimo tuo come te stesso!”. Un assunto che oltre ad avere un valore religioso è certamente di grande spessore etico e morale nel pieno rispetto del principio della reciprocità.
VALORE DELLA
PAROLA
n.11 Papa Francesco ha “coniato” il concetto di in-equidad riferendolo, in particolare, ai tanti problemi che angustiano l’economia mondiale per le grandi disuguaglianze che caratterizzano le reali situazioni di vita delle varie popolazioni.
Tuttavia non possono esservi dubbi in ordine al fatto che l’applicazione di questi semplici principi di misericordia a tutte le attività sociali, messe in atto dai singoli e dalle collettività in tutto il mondo, renderebbe lo stesso più equo e più a dimensione etica e cristiana, Dato ciò per scontato diventa facile comprare le “Opere
di misericordia con le proposte del manifesto nello sport educativo” redatto dalle associazioni sportive di ispirazione cristiana ed ai principi ispiratori del Panathlon Club International che hanno come riferimento il “Codice Europeo di Etica Sportiva” risalente all’anno 1992
IL CODICE ETICA SPORTIVA
n.12 A Rodi, dal 13 al 15 maggio dell’anno 1992 si tenne
la 7” conferenza dei ministri europei responsabili dello sport ed in quella
occasione fu approvato il “CODICE EUROPEO DI ETICA SPORTIVA” che si basa sui
due seguenti assunti;.
FAIR PLAY - IL MODO
VINCENTE
(Fair Play — the
winning way)
CHI GIOCA LEALMENTE E’ SEMPRE VINCENTE
(Qui joue
loyalement est toujours gagnant)
GLI OBIETTIVI:
DAL MANIFESTO DELLO SPORT EDUCATIVO
DAL CODICE DI ETICA SPORTIVA
N.13 • Interessa uno sport per 1’ uomo aperto all’assoluto, che sappia educare ai fondamenti etici della vita e consideri la persona nella sua dimensione unitaria: corpo anima e spirito.
• E’ possibile affrontare attraverso lo sport la “sfida
educativa” agendo
con intenzionalità per il raggiungimento di valori, capacità personali, bagagli esperienziali, tradizioni culturali, sensibilità spirituali che sono la storia ed il presente delle associazioni sportive cattoliche.
con intenzionalità per il raggiungimento di valori, capacità personali, bagagli esperienziali, tradizioni culturali, sensibilità spirituali che sono la storia ed il presente delle associazioni sportive cattoliche.
• Obiettivo fondamentale è il Fair — play dei bambini
e dei giovani che saranno i praticanti ed i campioni di domani.
• Si basa sul
principio che le considerazioni etiche insite nel “gioco leale” non sono
elementi facoltativi ma componénti essenziali di ogni attività sportiva in ogni
sua fase.
• Queste considerazioni si applicano indistintamente a tutti i livelli di abilità ed impegno nella attività sportiva: dallo sport ricreativo a quello agonistico,
• Queste considerazioni si applicano indistintamente a tutti i livelli di abilità ed impegno nella attività sportiva: dallo sport ricreativo a quello agonistico,
ULTERIORI OBIETTIVI:
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• Progetta percorsi sport condivisi fra diversi soggetti educatori e promuove gli atteggiamenti che ne favoriscono il raggiungimento.
• Fornisce un preciso e solido quadro etico per
combattere le pressioni volontarie esercitate dal mondo esterno che minacciano
le basi tradizionali dello sport, costruite sul fair play, sullo spirito
sportivo e sul movimento.
• Promuove Il fair play come un concetto positivo che
comprende la lotta contro gli imbrogli e le astuzie al limite dei regolamenti,
la lotta al doping, alla violenza sia fisica che verbale, alle modestie
sessuali e agli abusi verso bambini, giovani e donne,
LE
ORGANIZZAZIONI E LA RESPONSABILITA’.
n.15• La dimensione associativa dello sport costituisce
una importante risorsa di relazione e interazione sociale, una preziosa
esperienza di educazione alla democrazia, alla partecipazione alla
corresponsabilità e all’esercizio di cittadinanza attiva e responsabile; la
comunità educante e la famiglia siano luoghi educativi pronti alla inclusione
ed alla integrazione, pronti a relazionarsi con gli altri.
• Le organizzazioni sportive o comunque connesse allo
sport hanno fa responsabilità di creare un contesto idoneo al fair play con
chiare linee guida su comportamenti e sanzioni coerenti ed appropriate. Devono
garantire che tutte le decisioni siano conformi ad un codice etico e creare
sistemi che premiano il fair play
e la progressione personale oltre che il successo agonistico. Devono promuovere il fair play anche attraverso i mezzi di comunicazione.
e la progressione personale oltre che il successo agonistico. Devono promuovere il fair play anche attraverso i mezzi di comunicazione.
LA FAMIGLIA
E LA GOVERNANCE
IL PADRE MISERICORDIOSO
n.16 •E’ stata così
opportunamente ribattezzata la parabola di Luca che la sicurezza dei giovani
vengano abbiamo conosciuta come quella prima di ogni altra
del “Figliol prodigo”.
del “Figliol prodigo”.
“Quando era ancora lontano
suo o padre lo vide, gli corse incontro si gettò al collo e lo baciò”
“Presto, portate il vestito
più bello, il vitello più grasso ... cominciarono a far festa!
Il Padre non rimprovera
chiede spiegazioni, non punisce Invece gioisce: “era perduto ed e stato
ritrovato!”
LE FAMIGLIE E I GOVERNI
• Devono
garantire che la salute e la sicurezza dei giovani vengano prima di ogni altra
considerazione (successo, reputazione, ecc.)
• Devono far
vivere ai bambini una esperienza di sport che li incoraggi a partecipare per tutta
la vita.
• Devono
evitare di trattare i bambini come piccoli adulti ed essere coscienti
delle trasformazioni fisiche e psicologiche
dei giovani.
SEGUE NELLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE
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