IL “BUON
PASTORE”
n.4 “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non
lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta finchè non la
trova?” ... Quando l’ha trovata: “rallegratevi con me perché ho trovato la mia
pecora, quella che si era perduta!”
• In apparenza il comportamento del “Buon Pastore” non
è razionale ed è il frutto di un atteggiamento istintivo e poco riflessivo.
• Chi infatti
abbandonerebbe un gregge di cento pecore, nel deserto, senza guida e custodia
per cercarne una che si è smarrita e che forse non riuscirà a trovare?
• Luca non offre ai suoi lettori risposte semplici
• L’insegnamento di Gesù fa riferimento ad una realtà
più complessa e va letto ed apprezzato alla luce di un principio di
misericordia: “non sempre quelli che per noi sembrano essere comportamenti
etici, sono da considerare condivisibili alla luce degli insegnamenti
evangelici”.
ETICA SPORTIVA E MISERICORDIA
ETICA SPORTIVA E MISERICORDIA
n.5 Meno complicato, malgrado le apparenze, è, a mio
avviso, il rapporto fra etica, religione e sport. Lo sport infatti con le sue
regole universali, il senso di appartenenza, il rispetto del proprio corpo, il
rispetto degli altri, è una sorta di religione che comporta impegno e
sacrificio. Pertanto a quanti dovesse venire in mente l’idea che l’argomento in
trattazione possa offrire pochi spunti di comparazione magari ponendosi
una domanda come questa:“religione, misericordia,e pratica sportiva messi a
confronto, tutto ciò ha un senso e perche?
Va data una risposta assolutamente positiva e
convincente tenendo anche conto dei valore della misericordia relazionata ai
principi morali di reciprocità, in quella che è la reale attuale situazione del
nostro pianeta squassato da guerre feroci, emigrazioni di massa, povertà
estrema, persecuzioni di ogni sorta: politiche, religiose, tribali,ecc.
Una situazione poco confortante, nella quale trova
facile collocazione il concetto di “esclusione”, basato su comportamenti degli
uomini (siano essi singoli o comunità) che sempre più spesso siamo portati a
definire “iniqui” con un aggettivo che forse ne indica la stortura in modo
troppo blando e insufficiente perché sarebbero da definire delittuosi altamente
immorali e privi di qualsiasi principio etico.
ATTIVITA’
SPORTIVE E RELIGIONE:
I GIOCHI OLIMPICI “ANTICHI”
n.6 Sin dal loro nascere (776 a.C.) i Giochi olimpici
avevano un contenuto religioso ed etico: erano dedicati a Zeus e non vi
potevano partecipare coloro che si erano macchiati di delitti gravi contro gli
dei e contro gli altri uomini (omicidio, ecc.), Durante i 5 giorni che erano
dedicati ai Giochi tutte le guerre combattute in Grecia e nella Magna Grecia
venivano sospese e i nemici dei campi di battaglia gareggiavano lealmente fra
di loro nelle diverse discipline
• Lo svolgimento dei Giochi Olimpici fu interrotto (3
d.C.) con un editto dell’Imperatore cristiano Teodosio (a richiesta del Vescovo
di Milano Ambrogio con la motivazione che “quei giochi pagani” erano ormai
praticati quasi esclusivamente da atleti corrotti e tutte le gare erano,
falsate”.
• Si può così affermare che la morte dei giochi
olimpici antichi, praticate per oltre mille anni, fu decretata dalla
sopravvenuta mancanza di etica.
LE OLIMPIADI
MODERNE
n.7 • E’ stato il barone francese Pierre de Coubertin
a riproporre i Giochi Olimpici sul finire del XIX secolo allo scopo di ricreare
le condizioni perché i giovani si potessero dedicare alla “educazione fisica” e
le nazioni si avvicinassero fra di loro permettendo a tutti i giovani dei
cinque continenti di confrontarsi in una manifestazione sportiva planetaria
piuttosto che in guerre sanguinose.
n.8 • La disputa dei “Giochi” riprese ad Atene nel
1996. Purtroppo però non tutte le aspettative di De Coubertin sono state
soddisfatte: i giochi non hanno, nel secolo scorso, fermato le guerre; le
guerre hanno invece fermato i giochi che non si sono disputati negli anni 1916,
1940 e 1944.
ETICA,MISERICORDIA
E SPIRITO OLIMPICO
n.8 • L Etica
può quindi cercare una risposta “moderna” nella comparazione fra i principi che
animano lo spirito olimpico, ed i principi cristiani che animano il Giubileo
della Misericordia voluto da Papa Francesco.
• Il Giubileo
ed i Giochi Olimpici sono infatti i due eventi di portata planetaria che nello
stesso periodo ci hanno portato a riflettere sui valori della convivenza
pacifica, dell’accoglienza, della tolleranza, della legittimità, della giustizia
e del rispetto per gli altri.
• Principi cristiani che ritroviamo anche nelle altre
due Confessioni religiose monoteistiche a noi più vicine (Ebraica e Musulmana)
e comunque in altre confessioni religiose diffuse ed evolute.
• Principi ai quali specificatamente, nel mondo dello
sport, si informa anche il Panathlon Club che, forse, non a caso, è diffuso
negli stati a prevalenza di popolazione di religione cristiana.
PAPA
FRANCESCO E LO SPORT
n.9 • “Il legame tra la Chiesa e lo sport è una bella
realtà che si è consolidata nel tempo, perché la Comunità ecclesiale vede nello
sport un valido strumento per la crescita integrale della persona umana. La
pratica sportiva, infatti, stimola a un sano superamento di sé stessi e dei
propri egoismi, allena allo spirito di sacrificio e, se ben impostato,
favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali, l’amicizia, il. rispetto delle
regole. E importante che quanti si occupano di sport, a vari livelli,
promuovano quei valori umani e religiosi che stanno alla base ai una società
più giusta e solidale. Questo è possibile perché quello sportivo è un linguaggio
universale, che supera confini, lingue, razze, religioni e ideologie; possiede
la capacita di unire le persone, favorendo il dialogo e l’accoglienza. Questa è
una risorsa molto preziosa!” ( 23 novembre 2013 Discorso ai Delegati dei
Comitati Olimpici Europei).
SEGUE NELLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE