Udienza ai partecipanti all’Incontro
promosso dal Movimento dei Cursillos di Cristianità, 30.04.2015
I 30 aprile 2015, alle ore 18.00, nell’Aula Paolo VI,
il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla terza Ultreya
Europea (Roma, 30 aprile – 1° maggio), incontro promosso
dal Movimento dei Cursillos di Cristianità.
Pubblichiamo di seguito le domande che i partecipanti all’Udienza hanno
posto al Papa e il discorso che il Santo Padre ha rivolto loro:
Domande per il Santo Padre
Santo Padre vorremmo (clicca sotto per continuare a leggere)
porLe alcune domande che sentiamo scaturire dalla natura stessa del Carisma del Cursillo.
porLe alcune domande che sentiamo scaturire dalla natura stessa del Carisma del Cursillo.
In ogni movimento si sente fortemente una doppia esigenza: la fedeltà al
Carisma Iniziale e la necessità di cambiamento e novità per rispondere al
mutare delle situazioni. Come mantenere in armonia queste due tensioni?
Come discernere la novità che lo Spirito Santo suggerisce dalla novità che
invece allontana dal carisma? Come capire se una certa fedeltà al carisma
Iniziale è più un irrigidimento che non vera fedeltà allo Spirito?
L'amicizia con Cristo e l'amicizia con gli altri sono il cuore dei
Cursillos. Come vivere questa doppia amicizia oggi? Come crescere
nell'amicizia con Cristo e con gli altri, nelle circostanze che oggi ci tocca
vivere?"
Il Cursillo nasce con un carisma in “uscita”, missionario, teso alla
fermentazione cristiana degli ambienti e all’annuncio. Come fidarci
dello Spirito Santo a tal punto da osare di portare l’annuncio della
Misericordia di Dio dove Lui non è cercato e dove più si soffre per la
lontananza da Lui, affinché si realizzi la profezia di Isaia “Sono stato
trovato da quelli che non mi cercavano” (Is65.1) ?
A questo “uscire missionario” diverse sono le resistenze che si oppongono.
Alcune vengono dall’esterno, dal mondo: indifferenza, diffidenza,
contrapposizione. Altre le scopriamo dentro di noi: incapacità, indecisione,
delusione, insicurezza, paure, reazioni di difesa.
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buona sera!
Prima di tutto devo chiedere scusa, perché questo incontro era previsto per
domani, e credo che voi abbiate dovuto fare tanti cambiamenti e anche con difficoltà,
nei trasporti, nei mezzi di trasporto… Vi chiedo scusa, davvero!
C’è stata una confusione. Voi sapete che il Papa è infallibile quando fa
definizioni dogmatiche, cosa che si fa, ma raramente… Ma anche il Papa ha i suoi difetti e con i suoi difetti non c’entra l’infallibilità! E questo Papa è
poco ordinato e anche indisciplinato. E da questo è nata questa confusione. Per
questo vi chiedo scusa. Grazie!
Io conoscevo le domande, ho scritto un discorso che risponde, ma alle volte
tornerò su alcune domande, perché ci sono cose che vorrei sottolineare.
Come ha detto il presidente, siete venuti a Roma per la vostra Ultreya,
nome che riprende l’antico saluto dei pellegrini di Santiago de Compostela, che
si incoraggiavano a vicenda ad andare “più in là”, “sempre oltre”. Questa è per
voi una vera riunione fra amici, un incontro fraterno di preghiera, di festa,
di condivisione della vostra esperienza di vita cristiana. Ringrazio i vostri
rappresentanti che mi hanno manifestato i propositi, le problematiche e le prospettive
del vostro Movimento. Da parte mia, vorrei offrirvi alcuni suggerimenti utili
alla vostra crescita spirituale e alla vostra missione nella Chiesa e nel
mondo.
Voi siete chiamati - non avete scelto prima, no, voi siete stati scelti,
siete stati chiamati - a mettere a frutto il carisma che il
Signore vi ha affidato e che è all’origine dei Cursillos de Cristiandad,
nel cui gruppo di iniziatori spiccano Eduardo Bonnín Aguiló e l’allora Vescovo
di Mallorca, Juan Hervas y Benet - era coraggioso! -, che seppe accompagnare la
crescita del Movimento con paterna sollecitudine. Negli anni Quaranta del
secolo scorso essi, insieme ad altri giovani laici, si resero conto della
necessità di raggiungere i loro coetanei scorgendo il desiderio di verità e di
amore presente nel loro cuore. Questi pionieri del vostro Movimento furono
autentici missionari: non esitarono a prendere l’iniziativa e coraggiosamente
si avvicinarono alle persone, coinvolgendole con simpatia e accompagnandole nel
cammino della fede con rispetto e amore. Questo è importante: la simpatia, la
compagnia... Una cosa voglio dire del vostro movimento: voi non avete fatto
proselitismo! E questa è una virtù. “La Chiesa non cresce per proselitismo, ma
per testimonianza” - ci ha detto Papa Benedetto. Ed è cosi! Voi non avete fatto
proselitismo. E’ una grazia di Dio. Seguendo il loro esempio, anche voi oggi
volete annunciare la Buona Notizia dell’amore di Dio, facendovi vicini agli
amici, ai conoscenti, ai compagni di studio e di lavoro perché anch’essi
possano vivere un’esperienza personale dell’amore infinito di Cristo che libera
e trasforma la vita. Quanto è necessario uscire, andare oltre, senza mai
stancarsi, per incontrare i cosiddetti lontani!
Per aiutare gli altri a crescere nella fede, compiendo un percorso di
avvicinamento al Signore, occorre sperimentare in prima persona la
bontà e la tenerezza di Dio. Questa esperienza è l’inizio del cammino che
voi fate. Quando voi vedete, vi accorgete che nella vostra vita Dio è stato
tanto buono, tanto tenero, tanto misericordioso, questo vuole uscire, vuole
arrivare agli altri. Il Signore vuole incontrarci, il Signore vuole dimorare
con noi, essere amico e fratello, il nostro maestro che ci rivela la strada da
percorrere per giungere alla felicità. Egli non ci chiede nulla in cambio,
chiede solo di accoglierlo, perché l’amore di Dio è gratuità, dono puro. Questo
è importante! Per dare testimonianza è necessario riconoscere che tutto quello
che noi abbiamo è dono puro, è regalo, è gratuito, è grazia. E questo non si
compra, questo non si vende! E’ un cammino di gratuità, è un cammino che non si
può spiegare: “Ma perché a me, Signore? Cosa devo fare?”; “Dillo agli altri!”.
Comunicare quello che il Signore ha fatto con me, con tanta tenerezza, con
tanta bontà, con tanta misericordia. Questa è la testimonianza. La
testimonianza amicale del dialogo fra amici. L’incontro con Cristo, e con la
misericordia del Padre che Egli ci dona, è possibile anzitutto nei Sacramenti,
in particolare nell’Eucaristia e nella Riconciliazione. Nella Santa Messa noi
celebriamo il memoriale del suo sacrificio: ancora oggi Egli realmente dona il
suo Corpo per noi e versa il suo Sangue per redimere l’umanità. Nella Penitenza
Gesù ci accoglie con tutti i nostri limiti e peccati, per donarci un cuore
nuovo capace di amare come Lui, che amò i suoi sino alla fine (cfr Gv 13,1).
E ogni volta che torniamo a chiedere perdono, Lui perdona, perché Lui sa che
noi siamo deboli, che noi siamo peccatori. Abbiamo la laurea di peccatori!
Tutti. E Lui sa questo. E Lui ci riceve sempre, con amore. Un’altra via è la
meditazione della Parola di Dio, specialmente la lectio divina,
leggere la Parola di Dio, leggere la Bibbia. Tante volte ho consigliato, e lo
faccio anche adesso: sempre portare in tasca o nella borsa un Vangelo, piccolo.
Nei viaggi, quando sono in attesa dal dentista, o per fare qualcosa, leggere un
brano del Vangelo e poi pensare con calma a questo. Questa familiarità con la
Parola di Dio, questo ci avvicina al Signore. E così possiamo ascoltare il
Signore che ci indica il cammino da percorrere e ci incoraggia di fronte alle
incertezze e difficoltà che la vita presenta. Infine, incontriamo l’amore di
Cristo nella Chiesa, che testimonia nelle diverse attività la carità di Dio.
L’amore di Gesù nelle opere di misericordia. Vi farò una domanda: tutti voi
siete capaci di recitare le sette opere di misericordia corporale e le sette
opere di misericordia spirituale? Siamo coraggiosi… Alzi la mano chi non è
capace! [tanti alzano la mano] Ma guardate… Lavoro per voi, vescovi! Lavoro per
voi! E’ importante leggere quali sono le opere di misericordia corporale.
Alcune – è sicuro – le ricorderete, ma sono sette… E quelle spirituali: sono
sette. Compito da fare a casa: cercare e studiare le opere di misericordia.
Perché? Per metterle in pratica. Tutto nella comunità ecclesiale ha come fine
il far toccare con mano alle persone l’infinita misericordia divina. Alcuni
pensano: “No, Dio è lontano. Andrò all’inferno… Ne ho fatte tante”. Ma se tu
hai fatto tante cose, tante cose brutte, Lui sarà molto contento e farà festa
se tu ti avvicini a chiedere perdono. E questo è il lavoro di persuasione che
voi dovete fare con gli amici, nei Cursillos. Perché è vero, Dio fa festa! Dio
fa festa. E qualcuno sente anche gelosia di questo: pensate al figlio più
grande di quel padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32) che ha
fatto festa perché quell’altro che aveva portato via tutti i soldi, che li
aveva spesi nella “bella vita”, torna senza niente…. E fa festa. E’ una cosa
strana del nostro Dio! Fare festa quando viene un peccatore grosso. Questo è
buono!
Il metodo di evangelizzazione dei Cursillos nacque proprio da questo
ardente desiderio di amicizia con Dio, dalla quale scaturisce l’amicizia
con i fratelli. Fin dall’inizio si è capito che solamente all’interno di
relazioni di amicizia autentica era possibile preparare e accompagnare le
persone nel loro cammino, un cammino che parte dalla conversione, passa
attraverso la scoperta della bellezza di una vita vissuta nella grazia di Dio,
e giunge fino alla gioia di diventare apostoli nella vita quotidiana. E così,
da allora, migliaia di persone in tutto il mondo sono state aiutate a crescere
nella vita di fede. Nel contesto odierno di anonimato e di isolamento tipico
delle nostre città, quanto è importante la dimensione accogliente, familiare, a
misura d’uomo, che voi offrite negli incontri di gruppo. Si fa amicizia. Ci
saranno problemi, qua o là… Ci saranno sempre, ci sono problemi. Ma bisogna far
crescere l’amicizia. “Ma, Padre, quando facciamo crescere l’amicizia, crescono
anche alcune liti, gelosie, invidie…”. Cosa ha detto il Signore? Quando il
diavolo semina la zizzania, lasciatela crescere. Voi fate crescere il grano
buono, l’amicizia. E la zizzania all’ora della raccolta sarà bruciata e il
grano darà il suo frutto. Io vi chiedo di mantenere sempre il clima di amicizia
e fraternità in cui pregare e condividere ogni settimana le esperienze, i
successi e i fallimenti apostolici.
Mi viene il ricordo di una signora, nata in una famiglia atea, e anche lei
era atea; non agnostica, atea. Ma era una brava donna, una professionista, una
donna che faceva il suo mestiere, sposata, con figli, ma senza religione. Una
sua figlia incontrò Gesù Cristo, meglio, è stata trovata da Gesù Cristo. Si
convertì e faceva una vita cristiana. E la mamma ha rispettato questo: “E’ la
tua scelta, figlia. Vai avanti! Io non ci credo, ma tu vai avanti”. Sono
passati gli anni, la figlia era cattolica convinta, possiamo anche dire
cattolica militante - non mi piace la parola ma diciamola per capire bene. Poi
la mamma, anziana, di più di 80 anni, si ammala, è vicina alla morte, ma è
lucida. Il giorno prima della morte, mentre la figlia le stava vicino, la
curava, lei ha fatto la domanda: “Ma tu, dimmi – mai le aveva fatto questa
domanda, perché aveva rispettato –, cosa senti quando preghi?”. E la figlia,
rispettando la mamma, ha detto che parlava a Dio, al Signore… Così è cominciata
una conversazione su questo tema, leggera, tranquilla. Poi entrava un altro
tema, e tornava questo… Alla fine la mamma ha detto: “Ma tu sei felice con
quello che hai trovato nella religione?”; “Sì, perché io, mamma, credo in Gesù,
credo che Gesù ci ama!”; “Quanta voglia io avrei di sentire lo stesso!”. E la
figlia si incoraggiò e disse: “Dimmi, mamma, tu hai voglia di questo?”; “Sì! Ma
è troppo tardi…”; “Mai, mamma. Tu vuoi che io ti battezzi?”; e la mamma disse:
“Sì!”. La figlia non poteva chiamare un prete, perché la mamma si sarebbe
spaventata. La figlia battezzò la mamma e dopo due ore la mamma entrò in coma e
morì, a mezzanotte. Questi sono i miracoli di Dio per la vicinanza, per il
servizio. Non il proselitismo! Mai quella figlia ha fatto proselitismo. Io la
conoscevo abbastanza, al punto che è venuta da me a dirmi quello che aveva
fatto ed aveva paura di aver fatto male. “No, hai fatto bene! Hai fatto entrare
tua mamma in Paradiso!”. Ma ci vuole pazienza. Ci vuole pazienza. Il
proselitismo non è paziente! “Leggi questo, fai questo, vieni qui, vieni là”;
ti bussano alla porta… No, no. Amicizia. E lì, seminare, nell’amicizia. E
questo seminare in amicizia è una vera penitenza.
In queste riunioni di piccolo gruppo è importante affiancare momenti che
favoriscano l’apertura ad una dimensione sociale ed ecclesiale più
grande, coinvolgendo anche chi è venuto in contatto con il vostro carisma
ma non partecipa abitualmente ad un gruppo. Una dimensione sociale e ecclesiale
più grande, che coinvolga anche quelli che non hanno contatto con il vostro
carisma, che non partecipano abitualmente al gruppo. La Chiesa, infatti, è una
«madre dal cuore aperto» che ci invita a volte a «rallentare il passo», a
«rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada»
(Esort. ap. Evangelii gaudium, 46). E’ bello aiutare tutti, anche
chi fa più fatica nel vivere la propria fede; aiutare a rimanere sempre in
contatto con questa madre Chiesa, sempre vicini a questa grande famiglia
accogliente che è la madre Chiesa, la nostra santa madre Chiesa. Negli ultimi
anni, in Argentina, c’erano alcuni problemi con i Cursillos: ma problemi
esterni. Perché una volta si lavorava fino a un certo punto, poi c’era sabato,
domenica, forse lunedì, forse… Potevano farlo. Oggi si lavora il sabato, anche
le domeniche. E non trovavano il tempo per quelle riunioni forti, di preghiera,
di tre giorni. Perdevano lo stipendio, perdevano il premio lavorativo, e
rischiavano anche il posto di lavoro. E loro cercavano di aggiornare il proprio
carisma a questa situazione. Come fare in questa situazione? Come hanno fatto i
cristiani, pensate, al tempo del nazismo, del comunismo: cercavano di fare la
catechesi in un’altra maniera, in altri momenti, la Messa un po’ di nascosto…
Non so. Cercare modalità che permettano di andare avanti con il vostro carisma.
Questo è molto importante! Non lasciare che i condizionamenti esterni ci
blocchino.
Vi incoraggio ad andare “sempre oltre”, fedeli al vostro carisma! A tenere
vivo lo zelo, il fuoco dello Spirito che sempre spinge i discepoli di Cristo a raggiungere
i lontani, senza fare proselitismo, a «uscire dalla propria comodità e
avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della
luce del Vangelo» (ibid., 20). Voi questo lo avete sentito, ve l’ho
detto parecchie volte: nelle grandi città, città cristiane, anche in famiglie
cristiane, ci sono bambini che non sanno fare il segno della croce. E questa
paganizzazione della società ci interpella: fate qualcosa per evangelizzare. Lo
Spirito spinge ad uscire dalla propria comodità. Com’è bello annunciare a tutti
l’amore di Dio che salva e dà senso alla nostra vita! E aiutare gli uomini e le
donne di oggi a scoprire la bellezza della fede e della vita di grazia che è
possibile vivere nella Chiesa, nostra madre! Ci sono comunità cristiane e
cattoliche – ci sono! – dove non si parla della vita di grazia, non si parla
della bellezza di avere la Trinità dentro di noi, la presenza del Dio Vivo in
noi. E il vostro compito è andare e portare questa bella notizia: Dio abita in
noi, Dio è in noi. Questa è la grazia! Aiutare gli uomini e le donne di oggi a
scoprire la bellezza della fede e della vita di grazia. E lo farete se sarete
docili, in atteggiamento di umiltà e fiducia, alla guida di questa santa madre,
la Chiesa, che sempre cerca il bene di tutti i suoi figli; se sarete in
sintonia con i vostri Pastori e uniti con loro nella missione di portare a
tutti la gioia del Vangelo.
Vi assista nel vostro cammino e nel vostro apostolato la Vergine Maria,
Madre della divina Grazia.
Prima di dare la benedizione voglio vedere le domande, se c’è qualcosa che
non ho detto….
“Come fidarsi dello Spirito Santo, a tal punto da osar portare l’annuncio
della Misericordia di Dio, dove Lui non è cercato?” Ma se non ti fidi dello
Spirito Santo, torna a casa tua! E vai a cercare un’altra religione più
agnostica, più ideologica. Gesù ci ha detto: “Io non vi lascio da soli. Io vi
invierò lo Spirito”. E cosa fa lo Spirito? Due cose. Ci ricorda quello che Gesù
ci ha insegnato e ci insegna cosa dobbiamo fare. E poi questo fidarsi dello
Spirito è sorprendente! Sapere quando è lo Spirito che ti spinge. A me piace
pensare a Filippo, quando lo Spirito gli dice: “Vai su quella strada”, la strada
di Gaza (cfr At 8,26-40). E va. A un certo punto vede un
carro, una carrozza da viaggio, e seduto lì c’era il ministro dell’economia di
Etiopia, della regina Candace, leggeva Isaia… Comincia un dialogo: “Spiegami
questo…”. E poi quando trovano dell’acqua, questo ministro dell’economia chiede
il Battesimo… Lo Spirito ti guida. E’ proprio lo Spirito! Fidati dello Spirito.
Pensa a Filippo, pensa a tanti, a tanti che si fidano dello Spirito. E’ bello
leggere il Libro degli Atti degli Apostoli: dopo la Pentecoste, le cose che ha
fatto lo Spirito!... Le cose grandi! E fidarsi.
“In ogni movimento si sente fortemente una doppia esigenza: la fedeltà al
carisma iniziale e la necessità di cambiamento e novità per rispondere e mutare
le situazioni”. E la domanda era: “come mantenere in armonia queste due
tensioni? Come discernere la novità che lo Spirito Santo suggerisce dalla
novità che, invece, allontana dal carisma? Come capire se una certa fedeltà al
carisma iniziale è più un irrigidimento che non vera fedeltà allo Spirito
Santo?”. Questo è importante. Capire e conoscere gli spiriti: “Non fidatevi,
carissimi, di ogni Spirito”, ci dice l’Apostolo. Conoscere quando una
ispirazione è nell’armonia del carisma iniziale e quando non lo è. Questo
andare oltre ti fa trovare situazioni diverse, culture diverse, e il carisma
iniziale deve essere tradotto per quella cultura. Ma non tradito! Tradotto.
Deve essere il carisma, ma tradotto! “Io non voglio problemi, io faccio il
carisma iniziale…“. Così tu diventerai una bella mostra, un museo. Farai del
vostro movimento un museo di cose che non servono oggi. Ogni carisma è chiamato
a crescere! Perché? Perché porta dentro lo Spirito Santo e lo Spirito Santo fa
crescere! Ogni carisma deve confrontarsi con culture diverse, con maniere di
pensare diverse, con valori diversi. E cosa fa? Si lascia portare avanti dallo
Spirito Santo. Qui devo fare questo, qui devo fare questo… E come faccio
questo? Prega, chiedi! La preghiera: senza la preghiera non può andare avanti
nessun movimento. Nessuno!
Vi ringrazio un’altra volta di questo incontro. Vi ringrazio per tutto
quello che voi fate nella Chiesa, che è tanto bello: aiutare a incontrare Gesù,
aiutare affinché si capisca che vivere in grazia di Dio è bello. E’ bello! Vi
ringrazio tanto e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Pregare per me
perché anche il Papa deve essere fedele allo Spirito Santo.
E adesso vi do la benedizione, ma preghiamo insieme la Madonna, la nostra
Madre. Ave Maria…
[Benedizione]
E non dimenticare di imparare le sette opere di misericordia corporale e le
sette opere di misericordia spirituale.
Nessun commento:
Posta un commento