Imboccando la via Piazza
Armerina, a Siracusa, gli occhi scorgono di fronte all’Istituto “IPSIA” una
serie di palazzine, mentre la memoria ricorda un piccolo casolare (per leggere tutto l'arcilo clicca sotto su continua a leggere)
con un campo
di pallavolo – o meglio, una rete per giocare a pallavolo su un “campo”
d’asfalto-. In quel piccolo casolare c’era la sede di una parrocchia senza
chiesa, e dei ragazzi attorno a un tavolo da ping pong, all’occorrenza trasformato in un tavolo da riunioni. Attorno a questo tavolo si
riunivano i “ragazzi del Campo Base”(i pulcini dei cursillos) ,
compreso lo scrivente, per
confrontarsi sulle esperienze che quotidianamente facevano di Gesù.
All’esterno, invece, lupetti, reparto e clan del gruppo Scout Siracusa 15,
cantavano e pregavo immersi in una natura selvaggia e desolata. Ma quella sede
era anche frequentata da ragazzi esterni ai gruppi scout o campo base, da
ragazzi che passavano i pomeriggi strimpellando una chitarra che li
accompagnava nel canto di un nostalgico Lucio Battisti o correndo e
divertendosi dietro un pallone da calcio. A tutti piaceva esser chiamati “i
ragazzi della sede”. Marco è stato un campista, uno scout, un ragazzo della sede. Ha imparato il senso
del servizio, a prendersi cura dell’altro, soprattutto dei poveri e dei
piccoli, ha imparato a trasmettere ai bambini del catechismo l’amore che il
Signore stesso gli ha donato. Poi, il 6 dicembre 2003 è arrivata la chiesa, la
chiesa della parrocchia, la chiesa di Sant’Antonio di Padova, la chiesa di
ciascuno di noi. Più che chiesa, è la casa di ciascuno di noi, la casa dove
Marco ha imparato che esiste una fratellanza che cresce di giorno in giorno,
che ci fa sentire sempre più responsabili dell’altro. Qualche hanno dopo, nel
2006, Marco comprende chiaramente che il Signore lo chiama ad una speciale
consacrazione e, seguendo il suo desiderio del cuore, fa il suo ingresso al
propedeutico prima e al seminario poi. E nonostante le fatiche, i dubbi, gli
ostacoli, Marco non smette mai di sentire dentro il suo cuore quella gioia e
quella serenità che solo il Signore può donare. All’interno della comunità del
seminario, ma anche presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania dove ha
conseguito il Baccalaureato in Teologia, Marco incontra tanti compagni di
viaggio, tanti volti di persone che cercano il Signore, tanti sacerdoti con cui
confrontarsi, professori e colleghi con i quali approfondire argomenti
teologici. L’ultimo anno di formazione, divenuto diacono a ottobre scorso,
Marco è stato stretto collaboratore dell’Arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore
Pappalardo, per la visita pastorale alle realtà diocesane, dove si è arricchito
incontrando volti, stringendo mani, ascoltando i desideri, le aspettative, le
inquietudini della gente.
Il 25 aprile scorso, in
cattedrale, il diacono Marco Ramondetta è stato consacrato sacerdote, e nella
sua prima Messa, celebrata il 26 aprile nella chiesa parrocchiale Sant’Antonio
di Padova, ha ringraziato il Signore per il dono della vocazione, nata e
cresciuta in mezzo alla gente, tra i catechisti, il campo base e gli scout, il
cursillos e i missionari del Vangelo, la caritas e il coro. Tutti e ciascuno
sono presenti nel cuore di questo giovane prete che si è sempre contraddistinto
per la sua bontà. E questa bontà caratterizzerà il Suo ministero sacerdotale.
Come direbbe Gaston Courtois, siamo certi che la sua sarà una Bontà fatta di
benevolenza, di « benedizione », di beneficenza, senza nessun complesso di
superiorità, ma con totale umiltà e tenerezza. Bontà che si esprime nella
gentilezza dell'accoglienza, nella disponibilità al servizio, nella
preoccupazione della felicità altrui. Bontà che dona e che perdona fino a
dimenticare le offese, come se non fossero mai esistite. Bontà che tende a quel
Crocifisso Risorto, presente nell'altro, le mani, lo spirito e soprattutto il
cuore, senza rumore di parole, senza dimostrazioni intemperanti. Bontà che
conforta, che consola, che ridona coraggio e aiuta con discrezione l'altro a
superare se stesso. Bontà che rivela il Signore in modo molto più efficace di
molte belle prediche, e che attira a Lui più di tanti bei discorsi. Bontà
carica di semplicità, di dolcezza, di carità profonda che non tralascia nessun
particolare per creare un'atmosfera simpatica e inebriare d’Amore i fratelli
che avrà modo di servire nel Suo cammino.
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