Oggi,
lunedì 03 ottobre 2016, ho incontrato i miei fratelli cursillisti di Augusta nell’incontro
settimanale c.d. Ultreya. Quest’anno ho partecipato al 50° Cursillos Uomini,
così per “caso”. Non conosco
esattamente le regole di questo movimento di Cristianità ma la funzione
dell’Ultreya, alla quale si partecipa dopo il rientro dal corso, dovrebbe
essere, appunto, quella di aiutare i nuovi corsisti alla comprensione. Al
momento ascolto in silenzio, d'altronde, quando si ignorano certe cose, quando
non le si conoscono in maniera adeguata e sufficiente, non ci si dovrebbe
arrogare la libertà di esprimere giudizi.
Questa sera ho sentito parlare, tra
l’altro, delle regole del “Cursillos”
e della opportunità di attenersi ad esse. Ritengo che
sul piano dei doveri sia necessario essere sottoposti all’osservanza di regole tassative, lo impone il bisogno di rendere armonica la convivenza ma, sul piano concettuale, l’uomo, l’obbedienza la deve trovare dentro di sé, nel suo intimo, nel suo io, con una motivazione che la approvi.
sul piano dei doveri sia necessario essere sottoposti all’osservanza di regole tassative, lo impone il bisogno di rendere armonica la convivenza ma, sul piano concettuale, l’uomo, l’obbedienza la deve trovare dentro di sé, nel suo intimo, nel suo io, con una motivazione che la approvi.
Alla coscienza non possono essere
imposti limiti e condizionamenti. A questo proposito, mi piace ricordare i
famosi versi che Dante mise in bocca ad Ulisse quando incitò i suoi uomini a
proseguire il viaggio verso Itaca: “fatti
non fummo a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza”. Un invito
alla ricerca della verità per acquisizione di coscienza e non per mera
subalternità spirituale.
Voglio concludere queste brevi
riflessioni con l’augurio, a me stesso e a tutti i lettori della rubrica, che
la partecipazione all’Ultreya, ovvero al “quarto
giorno”, possa, con questi presupposti, durare tutta la vita.
Marco Baudo.
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