Augusta 15 febbraio 2016
L’accoglienza
dei neo-corsisti in Ultreya ha aperto all’annuncio
del nuovo. La bellezza del “nuovo modo di essere” è entrato nella “realtà della
vita” di ciascuno di loro e ha rinnovato
la relazione tra l’essere e il fare del cristiano, regalando loro la speranza.
È nella reciprocità dell’accogliere e
dell’essere accolto – del donare e del ricevere - che il cursillista genera
bellezza e si libera nell’amore. L’accoglienza, alla fine, si rivela come metro
della vicinanza del cursillista a Dio.
L’incontro dei nuovi
con l’ultreya è stato
dettato dal desiderio di sentire raccontare dei piccoli fatti nella loro
profondità. Quando sentiamo una storia in cui è descritto qualcosa che è
accaduto anche a noi, questo ci muove dentro più di ogni discorso, di ogni
progetto, di ogni catechesi. Erano in
tanti ad accogliere con amore i nuovi,
nella consapevolezza che questa accoglienza avrebbe allargato loro il cuore.
Una accoglienza espressa nella amabilità
di mille gesti: in un sorriso, in un bacio, nell’aprire il portone, nel
riservare un posto, nel chiudere la porta, nell’ascolto attento e silenzioso,
tutto questo per farsi sentire amabili e per farli sentire amati.
LM
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