venerdì 1 agosto 2014

CURSILLOS DI SIRACUSA - RITIRO ESTIVO- CENTRO UTOPIA - TERZO GIORNO 19 LUGLIO 2014

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 E' Stato il giorno più ricco e straripante del ritiro. Originali e poco conosciuti gli  aspetti trattati dal teologo Fra Salvatore Callari nella sua relazione
  sulla povertà e sulla conversione  di S. Francesco di Assisi.
Dopo il pranzo, l'Adorazione Eucaristica ha preceduto e preparato i corsisti alla visione di un inedito filmato dai forti toni sull'emigrazione, "Africani in Italia", commentato dal giornalista e scrittore Giorgio Càsole
La cena preparata dai volontari ha chiuso una bella ed impegnativa giornata.
Luigi Majorca

Sintesi della  relazione del teologo Fra Salvatore Callari.
....Affrontare una tematica del genere,  quale  la povertà nel suo rapporto con l’assisiate, significherebbe non affrontare un argomento qualsiasi o un aspetto importante dell’esperienza di Francesco d’Assisi, ma sicuramente scendere necessariamente fin dentro il dinamismo della sua conversione che ebbe origine  dall’incontro con chi la personificava: il lebbroso.

...nel suo Testamento (il Grande), lascerà non un sfogo, tipico di un uomo morente (morirà da lì a tre giorni dopo!), ma parole ben  meditate e ricche della sua esperienza spirituale e carismatica, tracciando così una memoria sulle cose essenziali  per la loro identità. A tal proposito, l'Incipit risulta essere altamente significativo:
Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo. 
Per Francesco il cambiamento decisivo della sua vita è legato a un incontro. Non l’incontro con un sapiente, o con un uomo spirituale, o con qualcuno che avrebbe orientato la sua vita, ma con un lebbroso (o un gruppo di lebbrosi!), cioè con un gruppo di uomini e donne marginali, che vivevano nei pressi di Assisi, fuori dalle mura della città. In tutto questo egli vede l’iniziativa di Dio “IL SIGNORE MI CONDUSSE DA LORO”

Nel ricordo del Testamento, il Poverello afferma con chiarezza che quell’incontro trasformò “l’amaro che egli provava in dolcezza d’animo e di corpo”perché quella povertà, malattia e miseria, rivelarono a Francesco (verbo da lui molto usato) un mondo sommerso, una condizione di vita, una scoperta di una verità che libera....
".



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