lunedì 29 maggio 2017

GIULIO MORELLO E’ IL NUOVO RESPONSABILE DELL’ULTREYA DI AUGUSTA

Nel pieno rispetto delle norme previste dal regolamento in tema di elezioni, lunedì 22 di maggio del 2017 il fratello Giulio Morello è stato eletto a responsabile dell’Ultreya di Augusta per il triennio 2017-2020.
Preannunciate le elezioni un mese prima, resi noti, sette giorni prima, i nomi dei candidati indicati come eleggibili, l’ampia maggioranza di voti si è riversata su Giulio Morello.
Ma chi è Giulio Morello
Giulio Morello è nato ad Augusta il 09 Gennaio 1964, sposato con Marinella Saraceno, ha 2 figli maschi, Luca e Gabriele.
Nel 2014 è diventato cursillista partecipando al suo primo Cursillo, il 48° Uomini, svoltosi dal 5 al 8 febbraio presso l’Istituto Immacolata Concezione N.S. di Lourdes, località Santo Pietro in Caltagirone. Nel 2015 ha fatto parte dell’equipe cucina del 49° Cursillo uomini. Nello stesso anno ha frequentato il corso di metodo e si è iscritto alla scuola responsabili. Nel 2016 e nel 2017 ha fatto parte dell’equipe dei responsabili del 50° e del 51° Cursillo Uomini.


A lui facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.

Luigi Majorca

LO SPORT E LA VITA TOLGONO MA A VOLTE RISARCISCONO


LA MISERICORDIA DI DIO ED IL PERDONO
n.17.  Il padre lo aspettav a!
Lo riconosce
Evidentemente non lo riconosce con gli occhi ma con il cuore...!
Il figlio torna macilento, lacero, sofferente ed affamato, di certo scarsamente somigliante al giovane baldanzoso che si era allontanato dalla casa paterna “per conquistare il mondo”.
 Nel volgere di un attimo il Padre gli restituisce la dignità smarrita!
 La misericordia Divina è nel perdono.

CARTA DEI DOVERI DEI GENITORI
1)    La scelta della disciplina sportiva preferita spetta ai miei figli in totale autonomia e senza condizionamenti da parte mia;
2)    Mio dovere è verificare che l’attività sportiva sia funzionale alla loro educazione e alla loro crescita psico-fisica, armonizzando il tempo dello sport con gli impegni scolastici e con una serena vita familiare;
3)    Eviterò ai miei figli fino all’età di 14 anni, pesanti attività agonistiche, salvo discipline formative, privilegiando lo sport ludico e ricreativo;
4)    Li seguirò con discrezione, con il loro consenso, se servirà ad aiutarli ad avere con lo sport un rapporto equilibrato;
5)     Non chiederò agli allenatori dei miei figli nulla che non sia utile alla loro crescita e commisurato ai loro meriti e potenzialità;
6)     Dirò ai miei figli che per essere bravi sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni;
7)     Ricorderò loro che anche le sconfitte aiutano a crescere perché servono per diventare più saggi;
8)     Indicherò loro i valori del Panathlon come fondamento etico per affrontare una corretta esperienza sportiva;
9)    Al loro ritorno a casa non chiederò se abbiano vinto o perso ma se si sentano migliori. Né chiederò quanti gol abbiano segnato o subito o quanti record abbiano battuto, ma se si siano divertiti;
10  Vorrò specchiarmi nei loro occhi ogni giorno e ritrovare il mio sorriso giovane.

CONCLUSIONI
n.19. Non si può ora non accettare il fatto che lo “Spirito misericordioso” che caratterizza il rapporto genitori-figli nella parabola èvangelica e che riserva al padre la responsabilità della gestione di tale rapporto, sia alla base del decalogo appena letto,
Si chiude così, a mio avviso, il punto di congiunzione fra la “Misericordia” e 1’ “Etica sportiva” che partendo dalla educazione dei più giovani e dal ruolo importante dei genitori può garantire quei livelli di convivenza civile fra i popoli tanto desiderati da Papa Francesco e dai tanti governanti di buona volontà.
I gesti di misericordia che hanno pure caratterizzato questi giochi olimpici e paraolimpici sono il segno della Speranza in un mondo che si attenga alla condivisione di regole etiche universalmente accettate e come richiamate nel “manifesto dello sport educativo e nel “codice di etica sportiva”

CONCLUSIONI
n.20. • Lo sport è chiamato speranza: quando gli atri si rassegnano, i cristiani non sfuggono dalla responsabilità e quella carità educativa” che chiama speranza,
• educare alla speranza nello sport significa proclamare con segni, le opere, i fatti la verità sull’uomo e sulla vita. Oltre la vita stessa.
•Lo sport deve allenare a vivere la vita valorizzando le potenzialità educative dell’uomo.
 • Il FAIR PLAY è essenziale per promuovere e sviluppare la partecipazione alle attività sportive di qualsiasi livello.
• La lealtà nello sport è benefica per l’individuo, le organizzazioni sportive e per l’intera società nel suo complesso.
• E’ compito di tutti quello di promuovere responsabilmente il Fair Play a qualsiasi livello nelle attività sportive.
• CHI GIOCA LEALMENTE E’ SEMPRE VINCITORE

MISERICORDIA E SPORT
n.21. Lo sport e la vita tolgono ma a volte risarciscono. Si cade ma ci si può e ci si deve rialzare. Questo è il messaggio che ha portato Vanderlei Cordeiro De Limacui è spettato l’onore di accendere la fiamma olimpica al Maracana in una meraviglosa notte carioca che profumava g’amore, di vita, di gioia e di speranza.
Alle olimpiadi del 2004 De Lima, maratoneta brasiliano, sta per vincere la medaglia d’oro; è in vantaggio su tutti. al 36° km..
Quando un pazzo, un predicatore irlandese, sbuca dal pubblico e lo atterra. De Lima si rialza ma lo choc gli fa perdere terreno; vincerà l’italiano Baldini e a De Lima resterà, mestamente, il bronzo.
Dodici anni dopo è stato per così dire risarcito. E’ infatti spettato a lui l’accensione del braciere.

L’evento di misericordia olimpica per antonomasia che ricordano tuffi resta comunque quello che coinvolse Jesse Owens e Luz Long alle olimpiadi di Berlino
2036.
FINE







giovedì 18 maggio 2017

LA MANCANZA DI RISPETTO VERSO GLI ALTRI

LA “IN-EQUIDAD” DI FRANCESCO

n.10 Negli scritti di Papa Francesco, negli ultimi anni, è apparso, in barba a chi predica la necessità che la Chiesa Cattolica si avvalga sempre di un linguaggio ortodosso, una sorta di neologismo: in-equidad che non trova riscontro nella lingua italiana e non si deve confondere con “iniquità”, equivalente di “ingiustizia” in quanto, alla stessa, Sua Santità ha associato un significato più complesso: “la perdita del concetto di giustizia e la mancanza di rispetto verso gli altri”, sia da parte dei singoli che delle intere comunità.
Il Papa, in pratica, ha ribadito un concetto che, nel Nuovo Testamento, in contrapposizione con la vecchia legge del “taglione” (occhio per occhio...), riappacifica l’umanità con Dio
 — io sono il Signore ... non avrai a tro Dio ... - e con se stessa
— “ama il prossimo tuo come te stesso!”. Un assunto che oltre ad avere un valore religioso è certamente di grande spessore etico e morale nel pieno rispetto del principio della reciprocità.

VALORE DELLA PAROLA

n.11 Papa Francesco ha “coniato” il concetto di in-equidad riferendolo, in particolare, ai tanti problemi che angustiano l’economia mondiale per le grandi disuguaglianze che caratterizzano le reali situazioni di vita delle varie popolazioni.
Tuttavia non possono esservi dubbi in ordine al fatto che l’applicazione di questi semplici principi di misericordia a tutte le attività sociali, messe in atto dai singoli e dalle collettività in tutto il mondo, renderebbe lo stesso più equo e più a dimensione etica e cristiana, Dato ciò per scontato diventa facile comprare le “Opere
di misericordia con le proposte del manifesto nello sport educativo” redatto dalle associazioni sportive di ispirazione cristiana ed ai principi ispiratori del Panathlon Club International che hanno come riferimento il “Codice Europeo di Etica Sportiva” risalente all’anno 1992

IL CODICE   ETICA SPORTIVA

n.12 A Rodi, dal 13 al 15 maggio dell’anno 1992 si tenne la 7” conferenza dei ministri europei responsabili dello sport ed in quella occasione fu approvato il “CODICE EUROPEO DI ETICA SPORTIVA” che si basa sui due seguenti assunti;.

FAIR PLAY - IL MODO VINCENTE
(Fair Play — the winning way)
CHI GIOCA LEALMENTE E’ SEMPRE VINCENTE
(Qui joue loyalement est toujours gagnant)

GLI OBIETTIVI:
DAL MANIFESTO DELLO SPORT EDUCATIVO
DAL CODICE DI ETICA SPORTIVA

N.13 • Interessa uno sport per 1’ uomo aperto all’assoluto, che sappia educare ai fondamenti etici della vita e consideri la persona nella sua dimensione unitaria: corpo anima e spirito.
• E’ possibile affrontare attraverso lo sport la “sfida educativa” agendo
con intenzionalità per il raggiungimento di valori, capacità personali, bagagli esperienziali, tradizioni culturali, sensibilità spirituali che sono la storia ed il presente delle associazioni sportive cattoliche.
• Obiettivo fondamentale è il Fair — play dei bambini e dei giovani che saranno i praticanti ed i campioni di domani.
 • Si basa sul principio che le considerazioni etiche insite nel “gioco leale” non sono elementi facoltativi ma componénti essenziali di ogni attività sportiva in ogni sua fase.
• Queste considerazioni si applicano indistintamente a tutti i livelli di abilità ed impegno nella attività sportiva: dallo sport ricreativo a quello agonistico,

ULTERIORI  OBIETTIVI:
n.14• Condanna la deriva dello sport spettacolo asservito alle logiche del mercato e della finanza, basato sulla arroganza dei “cattivi maestri”, sulla selezione dei più forti a scapito cli uno sport per tutti, sull’illegalità, sull’uso di sostanze dopanti e che propone modelli e stili di vita centrati sull’egoismo, l’individualismo ed il consumismo.
• Progetta percorsi sport condivisi fra diversi soggetti educatori e promuove gli atteggiamenti che ne favoriscono il raggiungimento.
• Fornisce un preciso e solido quadro etico per combattere le pressioni volontarie esercitate dal mondo esterno che minacciano le basi tradizionali dello sport, costruite sul fair play, sullo spirito sportivo e sul movimento.
• Promuove Il fair play come un concetto positivo che comprende la lotta contro gli imbrogli e le astuzie al limite dei regolamenti, la lotta al doping, alla violenza sia fisica che verbale, alle modestie sessuali e agli abusi verso bambini, giovani e donne, 

LE ORGANIZZAZIONI E LA RESPONSABILITA’.

n.15• La dimensione associativa dello sport costituisce una importante risorsa di relazione e interazione sociale, una preziosa esperienza di educazione alla democrazia, alla partecipazione alla corresponsabilità e all’esercizio di cittadinanza attiva e responsabile; la comunità educante e la famiglia siano luoghi educativi pronti alla inclusione ed alla integrazione, pronti a relazionarsi con gli altri.
• Le organizzazioni sportive o comunque connesse allo sport hanno fa responsabilità di creare un contesto idoneo al fair play con chiare linee guida su comportamenti e sanzioni coerenti ed appropriate. Devono garantire che tutte le decisioni siano conformi ad un codice etico e creare sistemi che premiano il fair play
e la progressione personale oltre che il successo agonistico. Devono promuovere  il fair play anche attraverso i mezzi di comunicazione.

LA FAMIGLIA E LA GOVERNANCE

IL PADRE MISERICORDIOSO
n.16 •E’ stata così opportunamente ribattezzata la parabola di Luca che la sicurezza dei giovani vengano abbiamo conosciuta come quella prima di ogni altra
del “Figliol prodigo”.
“Quando era ancora lontano suo o padre lo vide, gli corse incontro si gettò al collo e lo baciò”
“Presto, portate il vestito più bello, il vitello più grasso ... cominciarono a far festa!
Il Padre non rimprovera chiede spiegazioni, non punisce Invece gioisce: “era perduto ed e stato ritrovato!”
LE FAMIGLIE E I GOVERNI
• Devono garantire che la salute e la sicurezza dei giovani vengano prima di ogni altra considerazione (successo, reputazione, ecc.)
• Devono far vivere ai bambini una esperienza di sport che li incoraggi a partecipare per tutta la vita.
• Devono evitare di trattare i bambini come piccoli adulti ed essere coscienti delle  trasformazioni fisiche e psicologiche dei giovani.


SEGUE NELLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE












martedì 16 maggio 2017

TEMPO DI ELEZIONI


Il 15 maggio si è tenuta una ultreya del tutto  particolare ad Augusta. La serata è iniziata con alcune toccanti vivenze regalateci dalla cursillista non vedente Pina Carriglio, tratte  dal suo libro " una vita diversa". Nel retro del libro leggiamo " Non  ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando i tuoi  occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l'errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il  successo ti abbandona, neanche quando l'incomprensione ti circonda, neanche quando la noia  ti  arresta, neanche  quando il peso del peccato ti schiaccia, invoca il tuo Dio, stringi i pugni …, sorridi e… ricomincia. (Papa Francesco 1 maggio 2014)". La singolarità, la bellezza e la tipicità dei racconti meritano di essere trattati separatamente e saranno pubblicati in seguito.
E' seguito un breve ma significativo pensiero spirituale di don Angelo.
Poi tutti in chiesa per individuare dieci  tra i cursillisti da suggerire all'ultreya perché, dopo sette giorni di riflessione, giorno 22  possa sceglierne  uno,  quello che sarà il responsabile  per il prossimo triennio.
Click to play this Smilebox slideshowFatta questa scelta, si è rientrati nel salone per festeggiare il compleanno della sorella Marina. Una torta alla cursillista, candeline da spegnere e applausi. La festeggiata  non son si è sottratta ai numerosi abbracci e non si è rifiutata a farsi fotografare insieme alle sue amiche visibilmente raggiantiBuon compleanno Marina.
Luigi Majorca















  

mercoledì 10 maggio 2017

LA CULTURA E' FATTA DALLA LETTURA


IL “BUON PASTORE
n.4 “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta finchè non la trova?” ... Quando l’ha trovata: “rallegratevi con me perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta!”
• In apparenza il comportamento del “Buon Pastore” non è razionale ed è il frutto di un atteggiamento istintivo e poco riflessivo.
 • Chi infatti abbandonerebbe un gregge di cento pecore, nel deserto, senza guida e custodia per cercarne una che si è smarrita e che forse non riuscirà a trovare?
• Luca non offre ai suoi lettori risposte semplici
• L’insegnamento di Gesù fa riferimento ad una realtà più complessa e va letto ed apprezzato alla luce di un principio di misericordia: “non sempre quelli che per noi sembrano essere comportamenti etici, sono da considerare condivisibili alla luce degli insegnamenti evangelici”.

ETICA SPORTIVA E MISERICORDIA
ETICA SPORTIVA E MISERICORDIA
n.5 Meno complicato, malgrado le apparenze, è, a mio avviso, il rapporto fra etica, religione e sport. Lo sport infatti con le sue regole universali, il senso di appartenenza, il rispetto del proprio corpo, il rispetto degli altri, è una sorta di religione che comporta impegno e sacrificio. Pertanto a quanti dovesse venire in mente l’idea che l’argomento in trattazione possa offrire pochi spunti di comparazione magari ponendosi una domanda come questa:“religione, misericordia,e pratica sportiva messi a confronto, tutto ciò ha un senso e perche?
Va data una risposta assolutamente positiva e convincente tenendo anche conto dei valore della misericordia relazionata ai principi morali di reciprocità, in quella che è la reale attuale situazione del nostro pianeta squassato da guerre feroci, emigrazioni di massa, povertà estrema, persecuzioni di ogni sorta: politiche, religiose, tribali,ecc.
Una situazione poco confortante, nella quale trova facile collocazione il concetto di “esclusione”, basato su comportamenti degli uomini (siano essi singoli o comunità) che sempre più spesso siamo portati a definire “iniqui” con un aggettivo che forse ne indica la stortura in modo troppo blando e insufficiente perché sarebbero da definire delittuosi altamente immorali e privi di qualsiasi principio etico. 

ATTIVITA’ SPORTIVE E RELIGIONE:
 I GIOCHI OLIMPICI “ANTICHI”

n.6 Sin dal loro nascere (776 a.C.) i Giochi olimpici avevano un contenuto religioso ed etico: erano dedicati a Zeus e non vi potevano partecipare coloro che si erano macchiati di delitti gravi contro gli dei e contro gli altri uomini (omicidio, ecc.), Durante i 5 giorni che erano dedicati ai Giochi tutte le guerre combattute in Grecia e nella Magna Grecia venivano sospese e i nemici dei campi di battaglia gareggiavano lealmente fra di loro nelle diverse discipline
• Lo svolgimento dei Giochi Olimpici fu interrotto (3 d.C.) con un editto dell’Imperatore cristiano Teodosio (a richiesta del Vescovo di Milano Ambrogio con la motivazione che “quei giochi pagani” erano ormai praticati quasi esclusivamente da atleti corrotti e tutte le gare erano, falsate”.
• Si può così affermare che la morte dei giochi olimpici antichi, praticate per oltre mille anni, fu decretata dalla sopravvenuta mancanza di etica. 

LE OLIMPIADI MODERNE
n.7 • E’ stato il barone francese Pierre de Coubertin a riproporre i Giochi Olimpici sul finire del XIX secolo allo scopo di ricreare le condizioni perché i giovani si potessero dedicare alla “educazione fisica” e le nazioni si avvicinassero fra di loro permettendo a tutti i giovani dei cinque continenti di confrontarsi in una manifestazione sportiva planetaria piuttosto che in guerre sanguinose.
n.8 • La disputa dei “Giochi” riprese ad Atene nel 1996. Purtroppo però non tutte le aspettative di De Coubertin sono state soddisfatte: i giochi non hanno, nel secolo scorso, fermato le guerre; le guerre hanno invece fermato i giochi che non si sono disputati negli anni 1916, 1940 e 1944.

ETICA,MISERICORDIA E SPIRITO OLIMPICO
 n.8 • L Etica può quindi cercare una risposta “moderna” nella comparazione fra i principi che animano lo spirito olimpico, ed i principi cristiani che animano il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco.
 • Il Giubileo ed i Giochi Olimpici sono infatti i due eventi di portata planetaria che nello stesso periodo ci hanno portato a riflettere sui valori della convivenza pacifica, dell’accoglienza, della tolleranza, della legittimità, della giustizia e del rispetto per gli altri.
• Principi cristiani che ritroviamo anche nelle altre due Confessioni religiose monoteistiche a noi più vicine (Ebraica e Musulmana) e comunque in altre confessioni religiose diffuse ed evolute.
• Principi ai quali specificatamente, nel mondo dello sport, si informa anche il Panathlon Club che, forse, non a caso, è diffuso negli stati a prevalenza di popolazione di religione cristiana.

PAPA FRANCESCO E LO SPORT
n.9 • “Il legame tra la Chiesa e lo sport è una bella realtà che si è consolidata nel tempo, perché la Comunità ecclesiale vede nello sport un valido strumento per la crescita integrale della persona umana. La pratica sportiva, infatti, stimola a un sano superamento di sé stessi e dei propri egoismi, allena allo spirito di sacrificio e, se ben impostato, favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali, l’amicizia, il. rispetto delle regole. E importante che quanti si occupano di sport, a vari livelli, promuovano quei valori umani e religiosi che stanno alla base ai una società più giusta e solidale. Questo è possibile perché quello sportivo è un linguaggio universale, che supera confini, lingue, razze, religioni e ideologie; possiede la capacita di unire le persone, favorendo il dialogo e l’accoglienza. Questa è una risorsa molto preziosa!” ( 23 novembre 2013 Discorso ai Delegati dei Comitati Olimpici Europei).

SEGUE NELLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE



lunedì 8 maggio 2017

PILLOLE DI FORMAZIONE - TREPIEDI

LA PIETA’
«Nel linguaggio cristiano Pietà si richiama al significato della parola latina “pietas”, che si può tradurre con il termine “amore”.
La disposizione dell’animo a corrispondere all’amore di Dio è l’essenza della pietà, quindi possiamo dire che la Pietà è la risposta dell’uomo all’amore di Dio.
La pietà è dunque il desiderio di vivere in modo da piacere a Dio, cioè l’impegno a fare la sua volontà, eliminando dalla nostra vita tutto ciò che ci allontana da Lui o non corrisponde ai suoi insegnamenti.
E chiaro, a questo punto, che la pietà è il motore della nostra vita cristiana; infatti é dalla pietà che prende ispirazione la preghiera, intesa come adorazione, ringraziamento, lode, domanda. Ed é dalla preghiera, concepita in questo modo, che scaturisce la forza di testimoniare in modo coerente il Vangelo nella vita di ogni giorno>.

LO STUDIO 
«Noi Forse dobbiamo ammettere che la pochezza della nostra fede deriva anche dalla scarsa conoscenza che abbiamo di Dio. La nostra fede è incontro vivo con il Signore, abbandono fiducioso in Lui, ma proprio per questo è anche desiderio di conoscerlo sempre meglio. Di solito noi ci applichiamo su due categorie di cose:
quelle che riteniamo importanti, perché necessarie allo svolgimento della nostra attività; quelle che ci appassionano, cioè che destano il nostro interesse. Se Dio e la fede fanno parte di queste due categorie abbiamo bisogno di conoscere il Signore con la stessa passione con la quale cerchiamo di conoscere la persona che ci è più cara. Abbiamo bisogno dell’uso dell’intelligenza per conoscere, cioè di studiare per conoscere e di conoscere per amare». 

L’AZIONE
«Dopo la Resurrezione e prima di salire al cielo, Gesù dice agli Apostoli: 

“Andate e fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro ad ubbidire a tutto quello che io vi ho comandato. E sappiate che sarò sempre con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo.” (Mt 28, 19-20). 

Ora, se uniamo queste due affermazioni di Gesù, possiamo concludere che l’azione apostolica o apostolato è far diventare discepoli di Cristo tutti gli uomini, per amore di Dio e del prossimo. La testimonianza di battezzati consapevoli della loro dignità di cristiani è il mezzo più efficace per trasformare in senso evangelico gli ambienti. L’apostolato consiste essenzialmente in queste tre cose: dare testimonianza della nostra fede; sforzarci di essere fedeli al Vangelo; parlare del Signore ai fratelli». 

Riflessioni tratte dagli scritti di catechesi del movimento di don Luca Saraceno 28 luglio 2013

domenica 7 maggio 2017

NEL SEGRETO DELLA CUCINA DEL CURSILLO DI SIRACUSA

I crostini di sorella Tonia che non faceva mancare nelle pause della preparazione del 51° Cursillo Uomini








Ingredienti:
pane del giorno prima, 
olio q.b. 
origano, 
peperoncino, 
un pizzico di sale.

Preparazione:
Tagliare a fettine sottili il pane e metterlo in una teglia, condire con l'olio, il peperoncino sale e origano, girate ben bene il tutto con le mani ed infornare a 180 gradi fino ad una perfetta doratura. 
Buon appetito

sabato 6 maggio 2017

UN CARO AMICO, DON IGNAZIO SBONA

Non inganni l'età, don Ignazio Sbona ha ancora la baldanza e la lucidità mentale di un ventenne, la sua figura sembra sopportare bene  il peso dei suoi 80 anni, che compie a giugno.
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Chi non conosce don Ignazio Sbona?
Lo conoscono tutti, qui a Melilli e anche altrove. Sacerdote  dalla battuta facile e immediata quando si presenta l’occasione di dirla. E’ estroso ma estremamente prudente, dalla cultura sovrabbondante  sorprende sempre chi ascolta le  sue preziose omelie. 
L’ho conosciuto nel mio primo Cursillo nel 1990, come “Amico” (con l’ “A” maiuscola) ma anche come “Maestro” e come fratello in Cristo.
Siamo stati insieme il 2 febbraio di quest’anno durante il  51° Cursillo Uomini.  Alla fine del corso però è tornato in fretta nella sua Melilli, fà fatica a guidare la sera, non ho potuto salutarlo, ringraziarlo ed allora ho pensato di andarlo a trovare nel suo paese.
Così ieri lo trovo nella chiesa Madre di Melilli che concelebra la S. Messa con don Rosolino Vicino, altro sacerdote cursillista. Perfettamente in forma, senza tentennamenti nella recita della liturgia assegnatagli, solo un bastone svela la sua precarietà nello stare troppo tempo in piedi.
Termina la funzione, fuori della chiesa facciamo una bella foto insieme, nessuno dei due si tira indietro, decidiamo di fare una breve passeggiata ed é qui che all’amico Ignazio racconto, che confesso, che chiedo come ai vecchi tempi. Dall’amico ottengo. Ah, quanto ottengo! A volte un consiglio, un suggerimento, una parola, uno sguardo, alla fine una stretta di mano,  quel che basta.
Luigi Majorca

venerdì 5 maggio 2017

ETICA, RELIGIONE E SPORT

Nell'anno del giubileo della Misericordia e dei giochi olimpici di Rio De Janeiro.

N.1 ETICA E MORALE
Etica è un termine mutuato dal greco antico — èthos — e può essere tradotto: “carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”.
L’ Etica è quel ramo della filosofia che studia i fondamenti obiettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico ovvero distinguerli in buoni, giusti o moralmente leciti rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o inappropriati.
Può essere definita come la ricerca di uno o più criteri che hanno lo scopo di consentire all’individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto dei diritti degli altri. L’etica della reciprocità è la base essenziale che caratterizza il moderno concetto di rispetto dei diritti umani.
Pretende una base razionale non emotiva dell’atteggiamento assunto, non riducibile a slanci solidaristici o irrazionali.
• Pone una cornice di riferimento, dei canoni e dei confini entro cui la libertà umana si può estendere ed esprimere.
In questa accezione ristretta viene spesso considerata sinonimo di morale e quindi assumere i valori morali che determinano il comportamento umano.
N.2 MORALE E RELIGIONE

Questa analisi, tuttavia, non può non tener conto del fatto che In talune circostanze, a volte molto significative, accade che ciò che è lecito, alla luce delle normative dei vari stati, tempo per tempo vigenti, non è “morale” alla luce dei principi religiosi. Basta pensare alle norme che in Italia e in tanti gli altri stati del mondo, regolano, anche se in modo assai diversificato, il divorzio e l’aborto in contrapposizione al chiaro disposto della Chiesa Cattolica, contraria a tali istituti.
• Si verifica così, in pratica, l’assurdo della coesistenza di due “morali” fra di loro contrapposte e per tale motivo le conseguenti azioni e valutazioni etiche non possono che essere discordanti e soggettive.
• E’ così che se volessimo cogliere delle similitudini comparando ‘principi etico-morali e principi religiosi potremmo cadere in qualche “trappola” o avere delle delusioni.
N.3 RELIGIONE E MISERICORDIA
Nel documento “MISERIGORDIA VULTUS”, bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia” Papa Francesco dice: “Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli altri uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla, per questo va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono”.
Ed è proprio la “misericordia” che caratterizza talune parabole evangeliche che narrano gli episodi che alla luce della definizione data non possono essere considerati etici in particolare quando la stessa espressamente recita:
“pretende una base razionale non emotiva dell’atteggiamento assunto non riducibile a slanci solidaristici o amorevoli di tipo irrazionale” che impone anche delle riflessioni comparative fra principi etici e principi religiosi
Saranno visitate due parabole del vangelo cli Luca.
Il “Buon Pastore”, qui di seguito, Il “Padre misericordioso”, quando si tratterà del rapporto: genitori-figli. 

mercoledì 3 maggio 2017

Formazione e Cultura -


Nicolò GAROZZO è nato a Misterbianco (Catania) il 7 novembre 1941. Ha iniziato a svolgere attività sportiva a 14 anni finendo per essere nel tempo un panatleta, ha conseguito la laurea in Scienze Politiche, è un  impegnato professionista ed è stato un serio e rigoroso politico. La sua scelta religiosa, quella di cristiano cattolico praticante, lo ha interrogato su quali siano oggi i rapporti nella nostra quotidianità tra  l’etica, lo sport e la religione. A mio modo di vedere la bontà del  saggio sta  nella facilità con cui ha  elaborato importanti contenuti con estrema sintesi. E’ stato bravo a costruire il discorso semplice,  a comunicare  le proprie esperienze ed a descrivere eventi. Lo scritto è senza incertezze nella costruzione del testo, nell’organizzazione logico-sequenziale dei contenuti.   La comprensione del testo risiede nelle intelligente scelta di adoperare parole semplici.
Sono quelle che pubblicheremo pillole di sapienza, di saggezza e di verità cattoliche che sono formative per coloro che intendono completare l’educazione dei loro figli attraverso lo sport. Lo sport è indispensabile per educare i  figli al rispetto delle regole in generale, da quelle familiari a quelle etiche, da quelle religiose a quelle proprie dello Sport nella sua accezione più nobile. Vi sono esempi di campioni che potrebbero essere considerati delle proprie e vere “Vivenze”, vi sono gesti che vengono ancora premiati per la loro eccezionalità ancorché siano gesti di semplice rispetto del vivere civile e della persona.
Pubblicheremo questo saggio in brevi articoli, terminati i quali,  l’intero lavoro sarà inerito una apposita pagina del nostro blog
Il primo articolo sarà pubblicato a breve.

Luigi Majorca